Soltanto poche parole, perché non voglio sottrarre tempo ai nostri relatori, che ringrazio per la loro presenza. Così come ringrazio per l’autorevole patrocinio il Ministero della Giustizia, la Regione Toscana, la Provincia di Arezzo e il Comune di Cortona: quest’ultimo anche per la sede suggestiva che ci ha messo a disposizione. Ringrazio anche la Camera penale, la Casa circondariale e il Tribunale di Arezzo per la preziosa collaborazione. E infine un grazie di cuore a chi ha contribuito a realizzare la nostra iniziativa: Servizi Re, Agenzia “A Viaggi”, Cortona Sviluppo, Wall Street Institute, Gutenberg, e Toscana Servizi e Comunicazioni che con grande professionalità ha curato l’organizzazione. Soprattutto ringrazio il buon Dio di avermi dato ancora una volta la forza per affrontare tutte le difficoltà legate a ogni nuova iniziativa.

Qualcuno mi ha chiesto perché mai la Lapis, che si occupa di problemi educativi, abbia voluto proporre il tema delle carceri. È molto semplice: la nostra esplorazione dei tanti disagi della scuola ci ha portati a individuare nella legalità uno dei cardini di ogni possibile intervento risanatore. Infatti siamo di fronte a un circolo vizioso: l’illegalità contribuisce a produrre dispersione scolastica e la dispersione scolastica contribuisce ad alimentare la criminalità minorile, non di rado preludio alla criminalità tout court. Per questo ci siamo fatti promotori di varie iniziative connesse con la promozione di una cultura della legalità. Il tema della giustizia penale, sul quale ci apprestiamo ad ascoltare importanti riflessioni, è fin dai tempi di Cesare Beccaria al centro di ogni dibattito sulla civiltà del diritto. Il cammino intrapreso dalla Lapis è un cammino duro, difficilissimo, perché più andiamo avanti e più ci rendiamo conto che si fa sempre troppo poco, se ogni weekend nelle nostre strade muoiono decine di ragazzi, se la droga è un aumento e coinvolge persino i bambini, se il vuoto, associato a un vuoto di valori, attanaglia la vita dei nostri figli e spinge sempre più giovani persino al suicidio vero e proprio. Il desiderio è che da queste due giornate di studio, veramente di studio, emergano delle proposte concrete, che un giorno possano essere adottate dal nostro e da altri governi;  che rimanga una sorta di documento di Cortona, a cui possano ispirarsi teorici, politici e legislatori. Grazie.

 

                                   Marilena Farruggia Venturi 
                                         

    


                                                  

 
 

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