Molti
anni fa si formò nei 'pressi di Arezzo un cenacolo
artistico e letterario. Si trovava in una fastosa villa
in campagna. Lo animava una comunità italo-ibero-americana,
piccola ma di grandissimo prestigio culturale. Il sogno
di Pablo Neruda
Abel
Vallmitjana con Pablo Nerud alla Fiera Antiquaria di Arezzo
a
un vecchio colloquio tra Piero Greci e Filippo Nibbi:
“Lo
volete sapere quando è l’ultimo periodo di
splendore per Arezzo? Ora ve lo racconto sul “velo”:
Abel Vallmitjana era spagnolo. A Caracas dirigeva la Facoltà
di Architettura. Capitò ad Arezzo, dopo che nel 1958
il Venezuela estromise dal potere Jiménez, insieme
al cugino Miguel Otero Silva, l’editore di “El
Nacional”, un giornale di regime.
“Comperarono
assieme la Villa Guillichini di Tregozzano, una bella villa
con uno splendido giardino all’italiana confacente
al fasto nel quale vivevano Abel e la moglie Clarissa. Subito
mi piacque, mi ci trovavo bene, s’andava a vedere
il circo a Giovi, i saltimbanchi ci incantavano! Era un
grande musicologo, aveva capacità creative nella
scultura ed era esperto di cinematografia.
“Gli
piaceva condurre splendidamente l’esistenza, ma da
dove traesse i suoi proventi, nessuno lo sapeva, neanche
io, che avevo frequentazione libera della sua casa, giorno
o notte che fosse. Qui, si era costituito un cenacolo di
campionatura umana estremamente brillante. Gli amici erano
Rafael Alberti, Jorge Luis Borges, Pablo Neruda. Una volta
a tavola mi trovai perfino con lui”…
Ben
presto la villa divenne uno dei circoli culturali più
importanti di Arezzo, frequentata dai pittori Dario Tenti,
Orlando Cavallucci e i fratelli Francesco e Mario Caporali,
più lo scrittore Silvano Zoi… E siamo alla
Pasqua. In piazza San Francesco. Al “Caffè
dei Costanti”. In vetrina, un enorme uovo di cioccolata
inchioda tutti a guardarlo. Pablo Neruda lo vuole…
I gestori del locale dicono “no”! ... Non glielo
possono dare!...
I
quattro pittori sopracitati, fondatori della Galleria d’arte
moderna “L’incontro”, poterono organizzare
mostre a Caracas e Merida nel 1959 … Neruda prende
una bizza!... Vuole l’uovo!... Quello!... Così
enorme!... In raccoglimento, davanti a tutta la cioccolata
dell’America Latina, cantò:
Volevo essere un
uovo
Persona col guscio
Riparata in una vita
Che si tocca allungando le dita
Per noi bisognosi
Di pianeti con pareti…
Volevo essere un uovo
Persona col guscio
Anima a doppio fondo
Nello stesso istante
Abitante e mondo…
E’
il fallimento di maggior successo di Neruda
Filippo Nibbi
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