Arrestato
Matiullah Wesa, l'educatore che si batte per il diritto
femminile all'istruzione. Dopo le promesse iniziali di
un approccio più blando al tema dell'istruzione
femminile, il governo a guida talebana ha nuovamente corretto
il tiro
Aveva
appena terminato la sua preghiera e stava lasciando la moschea
quando alcuni uomini armati lo hanno afferrato e invitato
a salire in un'auto. Alla richiesta che almeno gli mostrassero
i documenti lo hanno percosso, poi lo hanno portato via.
Così è stato arrestato a Kabul Matiullah Wesa,
leader di un'organizzazione, denominata PenPath 1, che si
batte da sempre per la liberalizzazione del sistema educativo
in Afghanistan, in particolare contro l'assurdo e antistorico
divieto che impedisce alle donne di frequentare la scuola
secondaria.
É
stato i fratello di Wesa, Samiullah, a informare dell'accaduto
l'agenzia francese AFP, che ha diffuso la notizia. Sono
ormai quasi due anni che successivamente al ritiro dei contingenti
occidentali l'Afghanistan è nuovamente guidato da
un governo a guida talebana. Inizialmente i nuovi governanti
avevano assicurato che le dure politiche riguardo la posizione
della donna nella società, che erano state praticate
nella prima fase del dominio talebano fra il 1996 e il 2001,
sarebbero state ammorbidite.
Ma
così non è stato, i diritti dell'altra metà
del cielo sono stati gradualmente ridotti, soprattutto in
materia di istruzione. Secondo una dichiarazione del segretario
generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i talebani
“hanno escluso le donne dalla vita pubblica”.
Di fatto l'Afghanistan è l'unico paese al mondo in
cui la pubblica istruzione è sottoposta a limiti
di questa natura. Contro questa situazione si registrano
proteste in molte parti del paese, per esempio affollati
cortei di donne che reclamano i loro diritti, e l'attività
di persone come Matiullah Wesa.
La
sua organizzazione agisce sia distribuendo clandestinamente
volantini in cui vengono illustrate queste violazioni del
diritto elementare all'istruzione, sia spiegando la situazione
agli anziani dei villaggi, con una particolare insistenza
sui danni che la mancata formazione femminile può
arrecare alla società afghana. Si sottolinea anche
la perfetta compatibilità, che i talebani negano
ostinatamente, fra gli insegnamenti coranici e l'istruzione
delle donne. Qualche giorno fa Wesa ha salutato l'apertura
del nuovo anno scolastico con queste parole: “Noi
contiamo le ore, i minuti e i secondi che ci separano dall'apertura
delle scuole per le ragazze”. Purtroppo l'attesa rischia
di prolungarsi oltre ogni limite.
v. a.
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