FOGLIO LAPIS - APRILE- 2022

 

Sono molti i docenti onorari nel Paese sudamericano. I dati sono discordanti fra rettorati e sindacati e soprattutto sono diverse le interpretazioni del concetto di docente ad honorem

 

Il quotidiano Clarín di Buenos Aires ha pubblicato un'indagine sul tema dei docenti onorari nelle università del Paese, di coloro cioè che contribuiscono gratuitamente all'attività didattica. A quanto pare sono tanti, addirittura quasi un quarto dei 28 mila che salgono sulle cattedre dell'università di Buenos Aires, considerata la migliore dell'America latina e una fra le migliori al mondo. La causa principale del fenomeno è il sempre crescente numero degli studenti, ma ci sono anche altre motivazioni, a cominciare dalla ricerca di una posizione di alto prestigio. C'è poi da considerare che per i giovani neolaureati che intendono dedicarsi alla carriera accademica spesso la docenza non remunerata è una via senza alternative, al punto che si parla di “volontarismo obbligato”.

Il giornale argentino registra una discrepanza fra le cifre che illustrano il fenomeno fornite dai rettorati e quelle delle organizzazioni sindacali. Per esempio nell'università di Buenos Aires i docenti senza stipendio sono oltre 6600 su un totale di circa 28mila secondo i sindacati, “molti meno” per i dirigenti accademici. La sovrabbondanza di professori ad honorem è particolarmente accentuata nella facoltà di Medicina, il che si spiega non soltanto con il fatto che sempre più studenti affollano le aule e i reparti ospedalieri, ma anche con l'aumento costante della domanda di assistenza diagnostica e terapeutica.

Al centro del problema c'è anche una diversa visione del fenomeno da parte delle autorità accademiche e rispettivamente dei sindacati. Le prime tendono a minimizzarlo, facendo notare che certe cifre son di fatto gonfiate dalla presenza di alunni o collaboratori che danno una mano ai professori senza per questo pretendere un compenso. Segnalano anche che la questione è sotto controllo e si va ridimensionando con il passare le tempo: infatti ogni anno si mettono a concorso centinaia di posizioni di ruolo e fra chi partecipa sono molti i giovani con una preziosa esperienza didattica alle spalle.

Anche altri atenei argentini, come l'università nazionale di La Plata, segnalano un fenomeno in fase di costante regolarizzazione. A La Plata i docenti onorari sono attualmente il dieci per cento del totale. Secondo il rettorato dell'università di Rosario quello dei docenti senza stipendio è da considerarsi un fenomeno del passato. Ma non sono dello stesso parere i rappresentanti sindacali, che accusano i dirigenti accademici di tenere nascoste le cifre reali del fenomeno, che si manifesta nelle forme poco visibili degli studenti collaboratori mentre soltanto in minima parte è riconducibile alla figura del vero docente onorario, colui che presta la sua attività dopo essere stato invitato, motivato da ragioni di prestigio.

Un caso particolare, segnala Clarín, è quello dell'università tecnologica nazionale, dove il fenomeno non supera il tre per cento dell'organico docente. Anche perché, si fa notare, c'è una certa penuria di professionisti nel Paese, e non sarebbe facile trovare ingegneri disposti a dedicare i loro scarso tempo libero a un'attività accademica.

                                                                      r. f. l.           

 

 


                                           

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