Sono
molti i docenti onorari nel Paese sudamericano. I dati
sono discordanti fra rettorati e sindacati e soprattutto
sono diverse le interpretazioni del concetto di docente
ad honorem
Il
quotidiano Clarín di Buenos Aires ha pubblicato un'indagine
sul tema dei docenti onorari nelle università del
Paese, di coloro cioè che contribuiscono gratuitamente
all'attività didattica. A quanto pare sono tanti,
addirittura quasi un quarto dei 28 mila che salgono sulle
cattedre dell'università di Buenos Aires, considerata
la migliore dell'America latina e una fra le migliori al
mondo. La causa principale del fenomeno è il sempre
crescente numero degli studenti, ma ci sono anche altre
motivazioni, a cominciare dalla ricerca di una posizione
di alto prestigio. C'è poi da considerare che per
i giovani neolaureati che intendono dedicarsi alla carriera
accademica spesso la docenza non remunerata è una
via senza alternative, al punto che si parla di “volontarismo
obbligato”.
Il
giornale argentino registra una discrepanza fra le cifre
che illustrano il fenomeno fornite dai rettorati e quelle
delle organizzazioni sindacali. Per esempio nell'università
di Buenos Aires i docenti senza stipendio sono oltre 6600
su un totale di circa 28mila secondo i sindacati, “molti
meno” per i dirigenti accademici. La sovrabbondanza
di professori ad honorem è particolarmente accentuata
nella facoltà di Medicina, il che si spiega non soltanto
con il fatto che sempre più studenti affollano le
aule e i reparti ospedalieri, ma anche con l'aumento costante
della domanda di assistenza diagnostica e terapeutica.
Al
centro del problema c'è anche una diversa visione
del fenomeno da parte delle autorità accademiche
e rispettivamente dei sindacati. Le prime tendono a minimizzarlo,
facendo notare che certe cifre son di fatto gonfiate dalla
presenza di alunni o collaboratori che danno una mano ai
professori senza per questo pretendere un compenso. Segnalano
anche che la questione è sotto controllo e si va
ridimensionando con il passare le tempo: infatti ogni anno
si mettono a concorso centinaia di posizioni di ruolo e
fra chi partecipa sono molti i giovani con una preziosa
esperienza didattica alle spalle.
Anche
altri atenei argentini, come l'università nazionale
di La Plata, segnalano un fenomeno in fase di costante regolarizzazione.
A La Plata i docenti onorari sono attualmente il dieci per
cento del totale. Secondo il rettorato dell'università
di Rosario quello dei docenti senza stipendio è da
considerarsi un fenomeno del passato. Ma non sono dello
stesso parere i rappresentanti sindacali, che accusano i
dirigenti accademici di tenere nascoste le cifre reali del
fenomeno, che si manifesta nelle forme poco visibili degli
studenti collaboratori mentre soltanto in minima parte è
riconducibile alla figura del vero docente onorario, colui
che presta la sua attività dopo essere stato invitato,
motivato da ragioni di prestigio.
Un
caso particolare, segnala Clarín, è quello
dell'università tecnologica nazionale, dove il fenomeno
non supera il tre per cento dell'organico docente. Anche
perché, si fa notare, c'è una certa penuria
di professionisti nel Paese, e non sarebbe facile trovare
ingegneri disposti a dedicare i loro scarso tempo libero
a un'attività accademica.
r. f. l.
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