Dopo
un secolo e un anno di vita, Lawrence Ferlinghetti se
n'è andato portando con sé la Beat Generation
- Le impressioni di un viaggio in California – A
San Francisco lungo la faglia di Sant'Andrea, che a volte
fa “sollevare orrendamente le montagne” -
Alla Missione San Antonio c'è un frammento di Cortona...
-
Chi gliè?... Ferlinghetti o me?
<< Nel mezzo del cammin di nostra vita
M’ imbattei con me stesso
E non ho capito niente>>…
Così
ha recitato gli ultimi versi di Ferlinghetti Valerio Magrelli,
presente in “Titus di poesia” , la sera del
22 febbraio.
- Aveva 101 anni, compiuti il 24 marzo,
scritti così, proprio in base “2” nel
sistema binario ideato da Leibniz “nel migliore dei
mondi possibili”…
ON THE ROAD
<<Gli Ebrei>> sostiene la Giò
<<sono come i gatti neri!... I più inteligenti!
Vengono perseguitati, così hanno imparato a difendersi>>…
Perseguitato la scopo, raggiungiamo San Francisco, il 22
febbraio, e ci troviamo in macchina, accanto!, la Faglia
di Sant’Andrea.
Le
proporzioni cambiano:
<< Una catena di monti si estendeva
in una lunga curva e al suo termine erano cinque piccole
catene, che si allungavano, formavano alcune strette vallate.
Se si guardava attentamente in queste valli sembrava che
ci fossero delle città. La lunga catena montuosa
era ricoperta di salvia nera, e le valli terminavano in
un’oscura piana coltivata, lunga molte miglia, che
finiva in ultimo precipitando in un abisso. C’erano
dei buoni campi, e le case e gli uomini vi apparivano tanto
minuscoli che appena si potevano scorgere. In alto, su un
picco terribile che torreggiava su catene e su valli, c’era
il “cervello del mondo”, e anche gli occhi di
un minuscolo cervo, che si abbassavano come un muscolo fino
al corpo della terra. Il cervello non poteva comprendere
la vita del proprio corpo. Era lì, inerte, sapendo
vagamente che poteva distruggere la vita, la città,
le casette dei campi con una furia di terremoto. Si chiedeva
e si rispondeva:
- Cosa stai facendo?
- Niente.
- Ma il mio niente non è come il tuo. Non è
in niente bianco, pacifico. E’ malefico infido e ignoto:
In un attimo da niente si trasforma in vuoto.
Ma
il cervello era sonnolento, le montagne erano tranquille,
e i campi pacifici, con i loro curvi pendii che scendevano
verso l’abisso. E tutto stava così da un milione
d’anni, immutato e tranquillo, e il cervello del mondo
del mondo sulla sua vetta era semiaddormentato. Il cervello
del mondo era un po’ dolente, perché sapeva
che una volta avrebbe pur dovuto muoversi, e che allora
la vita sarebbe stata scossa e distrutta, il lungo lavoro
di coltivazione annullato e le case nelle valli sarebbero
crollate. Il cervello era addolorato, ma non poteva farci
nulla. Pensava: “ Sopporterò anche qualche
disagio per mantenere quest’ordine che è venuto
a esistere accidentalmente. Sarebbe vergognoso distruggerlo”.
Ma la massa torreggiante era stanca di star sempre nella
stessa posizione. Si mosse, d’improvviso, e le case
crollarono, le montagne si sollevarono orrendamente, e tutto
il lavoro di un milione d’anni andò perduto
>>…
Le
proporzioni cambiarono, e cambiò il tempo.
A
Big Sur, lungo la HIGHWAY 1, cade una frana. Il traffico
viene dirottato verso la HIGHWAY 101 attraverso un territorio
vasto quanto la Toscana abilitato a poligono di tiro per
l’aeronautica americana. La macchina raggiunge la
Missione San Antonio circa a metà del CAMINO REAL
che da San Diego raggiunge San Francisco. Ci furono passi
leggeri, francescani, sul portico. Levai gli occhi al cielo.
Lessi in un affresco della parete “Santa Margarita
de Cortona”… “No es mayor che el pétalo
de una margarita!” esclamo stufetto. Io, nato a Cortona,
avevo ritrovano il nome di Santa Margherita imposto alla
prima indiana Salinas battezzata.
Il
vuoto ci osserva
Raccogliere
fiori di campo
<<Anche l’infinito di Lawrence
Ferlinghetti doveva prima o poi terminare>>. La cronaca
insiste: <<Addio Ferlinghetti. La Beat Generation
non c’è più. Poeta, anarchico, pacifista,
scrittore on the road. Se ne va a 101 anni l’uomo
che con Kerouac, Ginsberg e Gregory Corso cambiò
l’arte e la letteratura… Ma non chiamatelo poeta
BEAT. Quello è Gary Snyder, che a novant’anni
vive senza elettricità nell’orientale magione
KITKITDIZZE sulle montagne californiane>>…
Proprio
lui abbiamo trovato!... Io e la Gè.
La Gè dice:
<<The 2x4’S of San Francisco
Were the woods aroud Seattle>>…
Snyder la riprende:
<<San Francisco 2x4’S
Were the woods aroud Seattle>>…
Come
se tutto dovesse finire lì.
Filippo Nibbi
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