FOGLIO LAPIS - APRILE- 2020

 

Indagine su un campione di dieci scolari berlinesi fra i sette e i sedici anni – Dormono più a lungo e stanno bene, qualcuno dice di annoiarsi – Dedicano qualche ora alla scuola e sono in contatto visivo via Skype con l'insegnante principale – Apprezzano le molte ore in più passate con i genitori e lamentano la forzata rinuncia alle attività sportive

 

Tra prigionia e vacanza, tra obblighi scolastici e giochi primaverili: come se la passano i bambini di Berlino durante il periodo di quarantena? Per scoprirlo abbiamo intervistato un campione di dieci scolari in età compresa tra i sette e i sedici anni, tutti residenti nella capitale tedesca. Del gruppo di intervistati soltanto la metà vive in famiglie completamente tedesche, le altre nazioni presenti sono, in ordine di frequenza, Turchia, Russia e Inghilterra, rappresentate da entrambi i genitori nella maggioranza dei casi e da uno soltanto in un caso. Tutti i bambini sono stati scolarizzati in Germania.

In questi giorni è stata molto discussa la questione del come gestire i più giovani nel periodo di distanziamento sociale e sospensione delle normali attività causato dalla pandemia da Coronavirus. La routine di ogni famiglia è stata completamente stravolta e anche persone che normalmente si incontravano in casa per una decina di minuti al giorno si trovano a condividere gli stessi spazi 24 ore su 24. Ai bambini è venuta meno l’occupazione scolastica, che nonostante tutti i tentativi di sostituzione con compiti assegnati a casa e/o attività online non raggiunge lontanamente la portata abituale. Anche gli allenamenti sportivi e le abitudini sociali sono sospese, come in un limbo.

I bambini affermano in linea di massima di stare bene, qualcuno fa riferimento al fatto di sentirsi un po' annoiato. Quasi tutti i partecipanti al sondaggio dichiarano di dedicare attualmente circa due ore al giorno alla scuola: praticamente soltanto il tempo che di solito è necessario per i compiti a casa, dopo una intera mattinata scolastica. Non si parla di lezioni online in nessuna delle nove scuole berlinesi degli intervistati (due di essi frequentano la stessa istituzione) e gli insegnanti si limitano a spedire una o due volte alla settimana compiti a casa per email oppure tramite l’utilizzo di alcune Apps (la più diffusa si chiama “Anton”).

Nelle classi dei più piccoli in Germania è prevista la presenza di un insegnante principale che è un po’ un punto di riferimento per gli allievi e per gli altri insegnanti nelle decisioni generali che riguardano la classe. Alcuni bambini hanno raccontato che il contatto con l’insegnante principale viene mantenuto vivo tramite una videochiamata settimanale via Skype. Ad ogni modo la pressione scolastica pare essere ridotta ai minimi termini per tutti gli intervistati e nessuno riceve valutazioni se non per i compiti di qualche materia secondaria.

Per quanto riguarda l’aspetto sociale, tutti i partecipanti al sondaggio sono in contatto con i loro compagni e amici, per videochat o chat scolastica o telefono. Qualcuno racconta di giocare a videogames online con gli amici, recuperando così su internet la dimensione ludica e sociale ostacolata dalla politica di distanziamento sociale. Comunque la presenza virtuale pare non riuscire a sostituire quella fisica, in quanto tutti lamentano di sentire la forte mancanza dei coetanei.

Gli aspetti più apprezzati di questo periodo sono la possibilità di dormire più a lungo la mattina e di trascorrere più tempo con i genitori (molti dei quali sono solitamente molto impegnati con il lavoro e adesso praticano home-office). Come primo svantaggio viene sempre nominata l’assenza di contatto sociale, seguita dall’impossibilità di svolgere le normali attività sportive. Nonostante la sospensione degli allenamenti, tutti i bambini intervistati affermano di passare molto tempo all’aria aperta con i genitori. A Berlino per adesso non è stata ritenuta necessaria la chiusura dei parchi ed è possibile spostarsi, a patto di restare esclusivamente in compagnia dei conviventi del nucleo famigliare.

È forse a causa della possibilità di stare all’aria aperta e di giocare, unita all’esplosione della primavera prussiana, che diversi bambini affermano che se potessero disegnare questo periodo utilizzerebbero molte matite di tutti i colori. Emil invece ne sceglie quattro: “rosso, come il Coronavirus, verde, per tutto il tempo che si può trascorrere nella natura, blu, per i medici e le luci in ospedale, nero, perché a volte ci si annoia e per i morti”. Il piccolo Till invece sceglie il giallo, “qualcosa a metà, come il semaforo”.

 

 

                                                                     Laura Venturi           

 

 


                                           

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis

 

Mandaci un' E-mail!