Indagine
su un campione di dieci scolari berlinesi fra i sette
e i sedici anni – Dormono più a lungo e stanno
bene, qualcuno dice di annoiarsi – Dedicano qualche
ora alla scuola e sono in contatto visivo via Skype con
l'insegnante principale – Apprezzano le molte ore
in più passate con i genitori e lamentano la forzata
rinuncia alle attività sportive
Tra
prigionia e vacanza, tra obblighi scolastici e giochi primaverili:
come se la passano i bambini di Berlino durante il periodo
di quarantena? Per scoprirlo abbiamo intervistato un campione
di dieci scolari in età compresa tra i sette e i
sedici anni, tutti residenti nella capitale tedesca. Del
gruppo di intervistati soltanto la metà vive in famiglie
completamente tedesche, le altre nazioni presenti sono,
in ordine di frequenza, Turchia, Russia e Inghilterra, rappresentate
da entrambi i genitori nella maggioranza dei casi e da uno
soltanto in un caso. Tutti i bambini sono stati scolarizzati
in Germania.
In
questi giorni è stata molto discussa la questione
del come gestire i più giovani nel periodo di distanziamento
sociale e sospensione delle normali attività causato
dalla pandemia da Coronavirus. La routine di ogni famiglia
è stata completamente stravolta e anche persone che
normalmente si incontravano in casa per una decina di minuti
al giorno si trovano a condividere gli stessi spazi 24 ore
su 24. Ai bambini è venuta meno l’occupazione
scolastica, che nonostante tutti i tentativi di sostituzione
con compiti assegnati a casa e/o attività online
non raggiunge lontanamente la portata abituale. Anche gli
allenamenti sportivi e le abitudini sociali sono sospese,
come in un limbo.
I
bambini affermano in linea di massima di stare bene, qualcuno
fa riferimento al fatto di sentirsi un po' annoiato. Quasi
tutti i partecipanti al sondaggio dichiarano di dedicare
attualmente circa due ore al giorno alla scuola: praticamente
soltanto il tempo che di solito è necessario per
i compiti a casa, dopo una intera mattinata scolastica.
Non si parla di lezioni online in nessuna delle nove scuole
berlinesi degli intervistati (due di essi frequentano la
stessa istituzione) e gli insegnanti si limitano a spedire
una o due volte alla settimana compiti a casa per email
oppure tramite l’utilizzo di alcune Apps (la più
diffusa si chiama “Anton”).
Nelle
classi dei più piccoli in Germania è prevista
la presenza di un insegnante principale che è un
po’ un punto di riferimento per gli allievi e per
gli altri insegnanti nelle decisioni generali che riguardano
la classe. Alcuni bambini hanno raccontato che il contatto
con l’insegnante principale viene mantenuto vivo tramite
una videochiamata settimanale via Skype. Ad ogni modo la
pressione scolastica pare essere ridotta ai minimi termini
per tutti gli intervistati e nessuno riceve valutazioni
se non per i compiti di qualche materia secondaria.
Per
quanto riguarda l’aspetto sociale, tutti i partecipanti
al sondaggio sono in contatto con i loro compagni e amici,
per videochat o chat scolastica o telefono. Qualcuno racconta
di giocare a videogames online con gli amici, recuperando
così su internet la dimensione ludica e sociale ostacolata
dalla politica di distanziamento sociale. Comunque la presenza
virtuale pare non riuscire a sostituire quella fisica, in
quanto tutti lamentano di sentire la forte mancanza dei
coetanei.
Gli
aspetti più apprezzati di questo periodo sono la
possibilità di dormire più a lungo la mattina
e di trascorrere più tempo con i genitori (molti
dei quali sono solitamente molto impegnati con il lavoro
e adesso praticano home-office). Come primo svantaggio viene
sempre nominata l’assenza di contatto sociale, seguita
dall’impossibilità di svolgere le normali attività
sportive. Nonostante la sospensione degli allenamenti, tutti
i bambini intervistati affermano di passare molto tempo
all’aria aperta con i genitori. A Berlino per adesso
non è stata ritenuta necessaria la chiusura dei parchi
ed è possibile spostarsi, a patto di restare esclusivamente
in compagnia dei conviventi del nucleo famigliare.
È
forse a causa della possibilità di stare all’aria
aperta e di giocare, unita all’esplosione della primavera
prussiana, che diversi bambini affermano che se potessero
disegnare questo periodo utilizzerebbero molte matite di
tutti i colori. Emil invece ne sceglie quattro: “rosso,
come il Coronavirus, verde, per tutto il tempo che si può
trascorrere nella natura, blu, per i medici e le luci in
ospedale, nero, perché a volte ci si annoia e per
i morti”. Il piccolo Till invece sceglie il giallo,
“qualcosa a metà, come il semaforo”.
Laura
Venturi
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