FOGLIO LAPIS - APRILE- 2020

 

Come assicurare la continuità pedagogica? - Di fronte all'emergenza sanitaria la Francia mobilita le risorse della tecnologia informatica e telematica – Ma anche qui esiste una fracture numérique fra chi dispone e chi non dispone dei necessari strumenti - Una metodologia inedita per il bac, l'esame di maturità senza più prove orali e scritte

 

La mia classe a casa”: così è stata battezzata la piattaforma per l'insegnamento a distanza offerta agli studenti francesi dopo la sospensione della frequenza scolastica imposta dalla lotta contro la pandemia. Un apposito centro coordinatore ha fornito un link alle famiglie attraverso il quale i ragazzi, dalla scuola materna alla secondaria superiore, possono studiare dalla loro abitazione seguendo per quattro settimane corsi ed esercizi per tre o quattro ore al giorno. Non di più perché, precisano i responsabili dell'iniziativa, non è il caso di passare sei ore, cioè l'intera durata della giornata scolastica, davanti a uno schermo. Naturalmente si deve conservare il necessario contatto con gli insegnanti, ugualmente connessi alla piattaforma. Si tratta insomma di una classe virtuale fisicamente dispersa che “si riunisce” a un orario concordato e cerca di sostituire per quanto possibile il rapporto diretto in aula fra docenti e discenti.

La piattaforma è in grado di gestire fino a sei milioni di connessioni simultanee ed è accessibile da computer, tablet o telefono: bastano l'accesso a Internet e un indirizzo di posta elettronica. Prima di essere applicata sul territorio nazionale è stata sperimentata nelle scuole francesi in Cina. Purtroppo anche in Francia esiste una discriminazione oggettiva: non tutte le famiglie, anche se la maggioranza, posseggono i dispositivi telematici. Tanto che in alcune scuole è stata organizzata una permanenza, dove un giorno alla settimana è possibile ritirare il materiale didattico su carta.

La crisi del coronavirus ha compromesso uno degli elementi portanti del sistema educativo francese, il baccalauréat, la mitica prova d'esame che conclude la scuola secondaria e apre le porte dell'istruzione superiore, quello che dalle nostre parti si chiama esame di maturità. Jean-Michel Blanquer, ministro dell'educazione nazionale, ha annunciato che quest'anno il bac, in tutti gli istituti dai licei alle scuole professionali, non avrà prove orali né scritte e sarà sostituito dal “controllo continuo”. Con questa formula s'intende l'insieme dei risultati ottenuti dallo studente, in particolare i voti ottenuti nei tre trimestri dell'ultimo anno di scuola. Ad eccezione di quelli ottenuti durante il periodo d'isolamento, cioè attraverso la didattica a distanza, che non saranno presi in considerazione.

Questo non significa che la classe virtuale sia facoltativa, i 740 mila alunni della classe terminale sono avvertiti che si terrà conto dell'assiduità di partecipazione alla “mia classe a casa”. Inoltre nell'ipotesi, per quanto remota, di un ritorno in aula prima della fine del calendario scolastico i voti ottenuti negli ultimi giorni di scuola, che evidentemente saranno influenzati proprio dalla precedente frequenza virtuale, contribuiranno alla media con cui sarà deciso il bac. Dunque nonostante tutto “l'anno scolastico continua”, dice Blanquer, anche se si concluderà secondo una modalità davvero inedita.

 

                                                                     f. s.           

 

 


                                           

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