La
sospensione delle attività didattiche, con milioni
di ore perdute, è una delle misure inevitabili
per frenare la diffusione dei contagi – Il sistema
ha reagito cercando di conservare per via telematica il
rapporto fra docenti e alunni – Ecco come saranno
organizzati la chiusura di questo anno scolastico, con
relativi esami, e l'avvio del successivo
Di
fronte alla formidabile sfida dell'epidemia che sta infierendo
nel mondo intero, la scuola italiana ha cercato di non arrendersi.
É vero che le attività didattiche sono state
sospese con decreto governativo, mossa indispensabile per
salvaguardare i nostri figli dal contagio, ma è anche
vero che il sistema ha immediatamente reagito cercando di
garantire il massimo possibile di continuità attraverso
la didattica a distanza. Ha funzionato, non ha funzionato?
Certo, nulla può sostituire il contatto diretto fra
docente e alunno, ma che cos'altro si poteva fare? Inoltre
l'efficacia del sistema è ostacolata dal fatto che
non tutte le famiglie hanno a disposizione gli strumenti
tecnologici necessari, e questo induce a riflessioni sconsolanti
a proposito di equilibri sociali. In altra parte di questo
periodico Clemente Porreca illustra i caratteri e la storia
della didattica a distanza: qui ci preme sottolineare come
la dolorosa esperienza dell'epidemia abbia rilanciato il
ruolo delle tecnologie informatiche e telematiche che nella
circostanza si sono rivelate, nonostante i limiti cui abbiamo
accennato, semplicemente indispensabili.
Quando il coronavirus
sarà finalmente un brutto ricordo, proprio questo
resterà della nostra involontaria esperienza: l'immediato
ricorso del sistema scolastico, di fronte alla perdita di
milioni di ore di lezione tradizionale, al solo strumento
in grado di compensare almeno in parte il vitale rapporto
fra docenti e discenti. Ecco la classe costretta all'isolamento
domestico che si ricompone come per incanto, purtroppo non
sempre al completo, su uno schermo davanti all'insegnante.
Ecco i ragazzi sprovvisti di computer, tablet o smartphone
ospitati nelle case dei compagni più attrezzati.
Manca l'aula, ma non la presenza virtuale, ci sono l'impegno
e la passione dei docenti, della scolaresca che pure è
stata fisicamente dispersa dalle misure di contenimento
dell'epidemia.
Che
dire di questo anno scolastico segnato dalla pestilenza?
In ogni caso tutti gli studenti saranno ammessi all'anno
successivo, anche chi avrà registrato voti insufficienti
nel primo quadrimestre. E gli esami? Come gestire gli esami
finali delle due scuole secondarie, le cui scadenze normali
si avvicinano? É stata fissata una data spartiacque,
il 18 maggio. Se entro quel giorno la sospensione didattica
sarà finita, e gli studenti saranno tornati in aula,
gli esami si terranno a giugno in forma semplificata, Per
la secondaria di primo grado, la vecchia scuola media per
intenderci, saranno eliminate una o diverse prove, e il
voto finale terrà conto del percorso scolastico.
Per quanto riguarda la maturità, alla quale tutti
indistintamente saranno ammessi, la prova scritta di italiano
si svolgerà il 17 giugno, con temi scelti per tutti
a livello nazionale. L'argomento e lo svolgimento della
seconda prova scritta saranno invece di competenza delle
singole commissioni d'esame. Successivamente si faranno
le prove orali.
Purtroppo
sono in pochi a credere all'ipotesi su cui si basa questo
schema, cioè un ritorno alla normalità prima
del 18 maggio. Lo scenario più verosimile è
evidentemente il secondo: sospensione fino alla fine dell'anno
scolastico, l'attività limitata all'insegnamento
a distanza. In questo caso per la secondaria di primo grado
l'esame sarà sostituito da una tesina e da una valutazione
complessiva dell'apprendimento individuale. E veniamo alla
maturità, sempre aperta a tutti: niente esami scritti,
né la prima prova tradizionale d'italiano né
la seconda, quella che varia a seconda del tipo di istituto.
Tutto si ridurrà a un unico esame orale, un colloquio
ad ampio spettro tematico, davanti a una commissione composta
da membri interni e presieduta da un esterno.
Oltre
che regolare la chiusura di questo anno scolastico, il decreto
governativo preparato dalla ministra Lucia Azzolina si occupa
del riavvio autunnale dell'attività. E se la pandemia
si protraesse fino ad allora, magari in forma attenuata
ma non fino al punto di poter rischiare la salute dei nostri
ragazzi riempiendo di nuovo le aule? In questo caso le lezioni
riprenderanno online. Ma sia pur considerando il bilancio
relativamente positivo che la didattica a distanza ha fatto
registrare in queste settimane di emergenza, speriamo proprio
che non ce ne sia bisogno.
r. f. l.
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