FOGLIO LAPIS - APRILE - 2018

 
 

Il meccanismo di valutazione del rendimento scolastico fa discutere da sempre – Ecco il sistema sperimentato dal maestro Davide Tamagnini, che insegna in una primaria piemontese – Una tabella con tre colori consente l'intreccio delle valutazioni del docente, della famiglia e dello stesso alunno – Si vuole tener conto della complessità di un percorso di apprendimento che non può essere mortificato dal semplicistico verdetto del voto

 

Verde: meta raggiunta. Giallo: preparazione da perfezionare. Rosso: importanti lacune da colmare. Un semaforo per sostituire l'arcaico sistema della votazione numerica: questa la novità sperimentata da Davide Tamagnini, sociologo e maestro, che insegna nella scuola primaria “Don G. Ferrari” che fa parte dell'istituto comprensivo di  Varallo Pombia (Novara). Ne riferisce il periodico online In Terris, attraverso un'intervista curata da Manuela Petrini. Il sistema Tamagnini non si limita alla sostituzione dei voti con la tabella policroma: la vera novità consiste nel fatto che gli stessi alunni e i loro genitori sono chiamati a contribuire alla valutazione affiancando il loro parere a quello dell'insegnante.

Tamagnini motiva la sua innovazione con l'intento di superare la fredda rigidità del voto introducendo uno strumento di valutazione che consenta all'insegnante di monitorare lo sviluppo del rendimento scolastico nel suo divenire. In modo tale da controllare, accanto ai progressi dell'alunno, quelli della didattica. Il maestro di Varallo Pombia precisa che il suo sistema tiene conto di tutte le richieste ministeriali in fatto di obiettivi dell'apprendimento. Ma sostituendo alla staticità del voto tradizionale una valutazione dinamica, affidata a una tabella con i tre colori destinata ad accompagnare il percorso scolastico. Nei primi due anni della primaria la tabella è custodita dalle famiglie, successivamente dagli stessi alunni. Mi sembra disonesto, spiega il maestro, valutare un bambino mentre è in corso l'apprendimento, marchiandolo con un voto che fissa staticamente il suo livello di rendimento.

Al tempo stesso la tabella-semaforo permette la comparazione di tre punti di vista, del maestro, dei genitori e del diretto interessato. Da notare il dettaglio che l'autovalutazione viene richiesta dopo un confronto con i compagni di classe, che aiutano l'alunno a rendersi conto di progressi, punti d'interesse ed eventuali lacune.

L'innovazione sperimentata – con successo, assicura – dal maestro di Varallo Pombia nasce dall'applicazione di un sistema studiato per i soggetti disabili. A completare il meccanismo valutativo una lettera quadrimestrale che il maestro scrive ad ogni alunno, mentre a partire dal quarto anno anche le famiglie sono invitate a scrivere le loro osservazioni ai bambini. Il maestro fa notare che la lettura in classe della lettera ricevuta dai genitori è un'esperienza di grande utilità, spesso gratificante. Naturalmente la collaborazione delle famiglie non è sempre facile da ottenere, eppure è indispensabile nella visione di Tamagnini.

Una visione che colloca la finalità educativa accanto a quella della pura e semplice istruzione. Il maestro-sociologo ammette che la scuola debba orientare i ragazzi verso il mondo delle professioni: ma è assurdo che questo venga fatto fin dalla primaria, quando invece debbono prevalere gli aspetti puramente educativi. Tutto questo chiama ovviamente in causa la preparazione degli insegnanti, e la loro formazione, che deve essere tale da metterli in grado di non limitare il loro lavoro alla trasmissione di conoscenze, ma di allargarlo a più ampi orizzonti che contemplino per i bambini loro affidati lo sviluppo delle personalità.

 

                                         r. f. l. 

    


                                                  

 
 

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