La
seconda tappa del programma Erasmus plus “Civiltà del
vino” ha esplorato questa regione della Romania – La
prima si svolse lo scorso autunno nel distretto bulgaro di
Vratsa, la terza avrà luogo il prossimo settembre in
Toscana – L'esperienza romena si è articolata in
numerose visite alle colture viticole e alle
cantine, oltre che alla facoltà di Agraria
dell'università di Craiova – Nei musei per cogliere lo
spirito della cultura locale
Siamo
arrivati a Bucarest nella notte del 30 marzo, l'autobus per
Craiova ci aspettava davanti all'uscita del nostro terminal.
Il gruppo rumeno e quello bulgaro stavano già dormendo
sonni tranquilli nella calda notte dell'Oltenia e li avremmo
incontrati il giorno dopo presso la facoltà di agraria
dell'Università.
E'
lì che abbiamo partecipato alla prima degustazione, guidata
dalle parole appassionate del professore che ci raccontava
la storia e ci spiegava le caratteristiche dei vari vini
presenti. Craiova ci ha accolto estiva e variopinta, le
porte dei negozi erano spalancate e sotto la folla di
palazzi squadrati e sgretolati, vecchi e orientaleggianti,
moderni e punzecchiati di guglie, ci si poteva fermare a
bere qualcosa ai tavolini dei bar.
Nelle
sale del museo etnografico di Craiova abbiamo conosciuto
anche gli antichi volti della città e passeggiato tra i
coloratissimi tessuti e abiti tradizionali che costituiscono
l'anima delle sue tradizioni. Durante tutta la settimana
abbiamo incontrato persone che con grande trasporto ed
energia si sono date da fare per renderci partecipi di parte
della loro cultura, persone che custodiscono con passione la
memoria dei luoghi.
Molto
interessante è stato il museo di architettura all'aperto di
Gorjenesti, dove su delle splendide colline fiorite abbiamo
fatto un viaggio indietro nel tempo e visitato case
tradizionali dall'antichità ai giorni nostri. I pezzi erano
tutti originali e le strutture sono state semplicemente
trasportate e ricostruite lì. Poco prima di arrivare a
destinazione l'autista ha avuto qualche incertezza riguardo
la strada ed è stata un'anziana signora, rugosa e con gli
occhi forti incorniciati dal fazzoletto che portava in
testa, a salire sul nostro autobus e a guidarci a
destinazione.
L'anziana
è poi rimasta con noi per tutta la durata della visita,
colorandola di racconti ed aneddoti. Ad un certo punto
l'abbiamo vista tuffarsi con le braccia dentro un formicaio
per poi tirarsi su qualche secondo dopo con aria
soddisfatta. E' stato così che abbiamo partecipato anche
noi a questo piccolo rito: "se muoverai le mani
rapidamente dentro un formicaio le formiche ti faranno dono
della loro sveltezza e forza".
Abbiamo
visitato diverse cantine, tra cui Mennini, a Dragasani, dove
abbiamo fatto una tappa anche al museo delle leggende
relative al vino e ai suoi poteri, la monumentale Domeniul
Coroanei e la Stârmina Vinarte, inoltre altri musei che ci
hanno aiutato ad inquadrare lo sviluppo della cultura dell'Oltenia.
Forse
sulla scia delle romantiche leggende sul vino, vino come
pozione magica che rende l'uomo felice e disponibile ad
assaporare i piaceri della vita, molte serate sono state
animate dalle scatenate danze popolari bulgare che abbiamo
cercato di imparare e da qualcosa di un po' meno scatenato,
italiano, che abbiamo provato ad insegnare, rendendoci conto
con una punta di sorpresa di non conoscere bene alcuna danza
tradizionale italiana.
Il giorno 6 aprile, dopo un'ultima giornata dedicata al
tirare le somme dell'esperienza appena fatta, siamo
ripartiti per l'Italia, dove in settembre, all'incirca un
anno dopo la visita inaugurale in Bulgaria, saremo lieti di
accogliere il gruppo rumeno e quello bulgaro per l'ultima
tappa dello scambio trilaterale.
- Laura
Venturi
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