FOGLIO LAPIS - APRILE - 2016

 
 

La seconda tappa del programma Erasmus plus “Civiltà del vino” ha esplorato questa regione della Romania – La prima si svolse lo scorso autunno nel distretto bulgaro di Vratsa, la terza avrà luogo il prossimo settembre in Toscana – L'esperienza romena si è articolata in  numerose visite alle colture viticole e alle cantine, oltre che alla facoltà di Agraria dell'università di Craiova – Nei musei per cogliere lo spirito della cultura locale

 

Siamo arrivati a Bucarest nella notte del 30 marzo, l'autobus per Craiova ci aspettava davanti all'uscita del nostro terminal. Il gruppo rumeno e quello bulgaro stavano già dormendo sonni tranquilli nella calda notte dell'Oltenia e li avremmo incontrati il giorno dopo presso la facoltà di agraria dell'Università.

E' lì che abbiamo partecipato alla prima degustazione, guidata dalle parole appassionate del professore che ci raccontava la storia e ci spiegava le caratteristiche dei vari vini presenti. Craiova ci ha accolto estiva e variopinta, le porte dei negozi erano spalancate e sotto la folla di palazzi squadrati e sgretolati, vecchi e orientaleggianti, moderni e punzecchiati di guglie, ci si poteva fermare a bere qualcosa ai tavolini dei bar.

Nelle sale del museo etnografico di Craiova abbiamo conosciuto anche gli antichi volti della città e passeggiato tra i coloratissimi tessuti e abiti tradizionali che costituiscono l'anima delle sue tradizioni. Durante tutta la settimana abbiamo incontrato persone che con grande trasporto ed energia si sono date da fare per renderci partecipi di parte della loro cultura, persone che custodiscono con passione la memoria dei luoghi.

Molto interessante è stato il museo di architettura all'aperto di Gorjenesti, dove su delle splendide colline fiorite abbiamo fatto un viaggio indietro nel tempo e visitato case tradizionali dall'antichità ai giorni nostri. I pezzi erano tutti originali e le strutture sono state semplicemente trasportate e ricostruite lì. Poco prima di arrivare a destinazione l'autista ha avuto qualche incertezza riguardo la strada ed è stata un'anziana signora, rugosa e con gli occhi forti incorniciati dal fazzoletto che portava in testa, a salire sul nostro autobus e a guidarci a destinazione.

L'anziana è poi rimasta con noi per tutta la durata della visita, colorandola di racconti ed aneddoti. Ad un certo punto l'abbiamo vista tuffarsi con le braccia dentro un formicaio per poi tirarsi su qualche secondo dopo con aria soddisfatta. E' stato così che abbiamo partecipato anche noi a questo piccolo rito: "se muoverai le mani rapidamente dentro un formicaio le formiche ti faranno dono della loro sveltezza e forza".

Abbiamo visitato diverse cantine, tra cui Mennini, a Dragasani, dove abbiamo fatto una tappa anche al museo delle leggende relative al vino e ai suoi poteri, la monumentale Domeniul Coroanei e la Stârmina Vinarte, inoltre altri musei che ci hanno aiutato ad inquadrare lo sviluppo della cultura dell'Oltenia.

Forse sulla scia delle romantiche leggende sul vino, vino come pozione magica che rende l'uomo felice e disponibile ad assaporare i piaceri della vita, molte serate sono state animate dalle scatenate danze popolari bulgare che abbiamo cercato di imparare e da qualcosa di un po' meno scatenato, italiano, che abbiamo provato ad insegnare, rendendoci conto con una punta di sorpresa di non conoscere bene alcuna danza tradizionale italiana.

Il giorno 6 aprile, dopo un'ultima giornata dedicata al tirare le somme dell'esperienza appena fatta, siamo ripartiti per l'Italia, dove in settembre, all'incirca un anno dopo la visita inaugurale in Bulgaria, saremo lieti di accogliere il gruppo rumeno e quello bulgaro per l'ultima tappa dello scambio trilaterale.

                                         Laura Venturi 

    


                                                  

 
 

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