FOGLIO LAPIS - APRILE - 2015

 
 

Il messaggio di Lizanne Foster sulle condizioni della scuola, espresso in forma di scuse, fa molto parlare di sé – In pochi punti l'insegnante canadese ha espresso efficacemente tutto quanto non va nella scuola tradizionale – L'internazionalità del problema sollevato nel suo seguitissimo blog le ha procurato contatti da tutte le parti del mondo – É un segnale d'allarme e insieme di stimolo per chiunque, dovunque, si occupi di scuola

 

Cari studenti della scuola secondaria, comincia un nuovo semestre e sento il dovere di scusarmi con voi. Così s'inizia la lettera che Lizanne Foster, un'insegnante canadese, ha pubblicato lo scorso 10 febbraio nel suo blog, e che rapidamente ha fatto il giro del pianeta. Ne riportiamo qui di seguito i passi essenziali, non ci pare che ci sia nulla da aggiungere, se non l'auspicio che questo messaggio serva a scuotere l'immobilismo che blocca la scuola, più o meno in tutti i paesi, ai suoi schemi e ai suoi ritmi obsoleti. A far finalmente considerare il sistema educativo la priorità per eccellenza, e a cercare di adeguarlo a questo mondo in rapida evoluzione.

Mi spiace che ogni mattina dobbiate andare in classe così presto, mentre la ricerca neurologica ci insegna che il cervello degli adolescenti non è pienamente operativo prima delle dieci.

Mi spiace che siate costretti a star seduti ogni giorno per sei ore, nonostante sia dimostrato che troppa sedentarietà danneggia la salute e la capacità cognitiva.

Mi spiace che siate costretti a organizzarvi in gruppi secondo lo schema dell'età, come se l'età cronologica avesse qualcosa a che vedere con l'intelletto, la maturità, le capacità.

Mi spiace che quanti fra voi hanno bisogno di supporto debbano rinunciarvi, perché le politiche di bilancio non considerano prioritarie le vostre necessità.

Mi spiace che dobbiate studiare materie che non v'interessano, mentre la somma delle conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi.

Mi spiace che siate costretti alla competizione, mentre ogni progresso umano è derivato da quella stessa collaborazione che a scuola spesso si considera copiatura.

Mi spiace che i vostri libri di testo forniscano informazioni superate, e che la tecnologia in classe sia praticamente obsoleta.

Mi spiace che ciò che chiamiamo insegnamento personalizzato in realtà non sia affatto personale, perché se lo fosse costerebbe troppo.

Mi spiace che la scuola non tenga conto della riconfigurazione, dovuta all'emergenza climatica, di tutto ciò che operiamo in campo sociale, politico ed economico: una nuova sfida alla quale non vi stiamo preparando.

Spero che tutto questo non abbia distrutto la vostra curiosità.

Mi auguro che possiate riaccendere quella passione per l'apprendimento che era evidente nei vostri occhi, prima che iniziaste la scuola.

Spero non dimentichiate che prima di essere studenti eravate scienziati che sperimentavano, scoprivano, ponevano domande, stabilivano collegamenti. Eravate anche poeti: ricordate quando descrivevate le cose in modo tale da divertire e stupire gli adulti che vi ascoltavano?

Voi siete nati per imparare. Voi non potete non imparare.

Vorrei per voi un mondo in cui il sistema educativo fosse considerato prioritario da governanti che credono nel rapporto essenziale fra le caratteristiche di questo sistema e il futuro della società.

In un'epoca in cui le nostre vite dipendono dall'ingegnosità nel risolvere i tanti difficili problemi, stiamo sprecando la vostra potenziale capacità di elaborare soluzioni creative. É durante l'adolescenza che noi umani raggiungiamo il picco del nostro sviluppo cognitivo. Vorrei poter mostrare alle autorità ciò che dovrebbero vedere per rendersi conto di quel che sareste capaci di fare, se solo ne aveste la possibilità...

                                         r. f. l. 

    


                                                  

 
 

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