FOGLIO LAPIS - APRILE - 2014

 
 

Con la barca di Radames nella baia dominicana in cui vanno a riprodursi le balene – Che al momento dell'incontro ravvicinato s'immergono, sfrecciando rapide sotto lo scafo - Miracoli della Fantastica: ecco come un  ripetuto cambio di vocale permette a una parola di prestarsi agli usi più svariati – Stelle marine o stelle celesti? La risposta è una sorpresa, ma bisogna pazientemente aspettarla

 

I giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere”:

Ho un carattere orribile. Anche il mio sistema nervoso simpatico è antipatico”:

Dalla mente ci cadrà il tintinnare delle rime”:

Il Pollo Nord non è lontano”:

Amo parlare di niente. È l’unico argomento di cui so tutto”:

Lui è lui. Io forse io. Nessuno di noi è noi”:

Passa l’ultimo gregge nella nebbia del suo fiato”:

Gli uccelli cantano in greco”…

Dove siamo?

Nella Bahía de Samaná, a Santo Domingo, dove in febbraio vanno a riprodursi le balene.

Qui
Tutto era fiore.
Nessuna distanza fra noi.
Nemmeno il cielo.
Anche il sole
poggiava su uno stelo:

 

C’era una volta un omino con l’intestino pieno di polipi e un calamaro gigante capace d’ingerire i cuccioli delle settantamila megattere dell’Atlantico settentrionale che vengono a riprodursi a febbraio nella Bahía de Samaná…

Radames Francisco Severino Hernani ha il bernoccolo delle balene. Come la balena è l’unico mammifero sopravvissuto al diluvio universale riversandosi in mare, così Radames Francisco Severino Hernani ha attraversato indenne il Giardino dei polipi utilizzando la barchetta che gli avevano assicurato dentro la piramide. Il cibo risultò bastante. È claudicante. La gamba è pressoché partita dopo lo scontro e l’attrito su asfalto tra Quod e strada.

Quod?

Sì, Quod!... Quasi come il secondo dei tre nipotini di Paperino: Qui, Quod, Qua… Qua, a Santo Domingo, Quo lo chiamano “Quod”. Tutto qua!... È un mezzo di locomozione a tre ruote come il triciclo. Ma il mezzo più usato e popolare per spostarsi sull’isola è il Guagua. Il Guagua è poco più grande di una Panda, ma può caricare fino a quindici persone. E lui, Radames Francisco Severino Hernani, organizza l’avvistamento delle balene utilizzando una barchetta che somiglia proprio all’antica lancia predisposta all’interno della sua piramide. Poco più di un giocattolo.

Soffia!

All’improvviso vedo nel mare bluscuroneroquasi due chiazze celesti come la testata del faraone. Passano sotto la lancia e riemergono. Sono una balena con il balenottero. L’inaudito, come la nascita della Filosofia, che nasce già grande, proprio così!

Sentite questa:

C’era una volta un omino a Santo Domingo che faceva il controllore e il restauratore dell’Asse terrestre. Lavoro delicatissimo, che se non fatto o fatto male, può provocare danni gravissimi. Noi che pure viviamo su un pianeta rotondo, che per di più ruota come un pazzo, e abbiamo pavimenti dritti come a New York, ci potremmo trovare a ruzzolare giù dalle scale e perfino – dio non voglia! – a ruzzolare su dalle scale… Lavoro delicatissimo, da falegname e da visionario, perché, come tutti voi sapete, l’Asse terrestre è immaginario! E non è da tutti riuscire a piallare in modo convincente del legno immaginario. Per questo lavoro l’omino si serve di cinque parole.

LAssametro, con cui misura lunghezza e inclinazione dell’Asse terrestre.

LAssemetro, dove mette i semi che fanno nascere l’albero da cui ricava le assi dell’Asse terrestre, perché c’è un solo albero capace di dare il legno adatto: albero straordinario! Che ha radici a trottola e ruota su se stesso come un pianeta.

LAssimetro, deposito in cui vengono depositate le assi dell’Asse terrestre.

LAssumetro, parola grazie alla quale, ogni sera, l’omino di Santo Domingo assume un aiutante per misurare, controllare e aggiustare l’immensa, faticosissima, Asse terrestre.

Infine, l’Assometro, parola in cui, quando l’omino e il suo aiutante hanno finito la manutenzione dell’Asse terrestre, giocano a carte, e l’omino vince con mille assi nella manica. Uno è questo:

La Nastronave

– Cos’è?

È come dice la Bebe: “Le foche sono gli animali più scuri del mondo. E poi, se sono gialle dentro, sono stelle, ma non sappiamo ancora (perché la maestra non ce lo dice, perché è una sorpresa) se sono stelle marine o stelle pianeti. Ce lo dirà alla fine dell’anno. Stiamo studiando le foche”.

                                         Filippo Nibbi 

    


                                                  

 
 

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