I
quindicenni italiani non eccellono certo nelle graduatorie
internazionali in materia di matematica, scienza e
capacità di lettura, ma trovano la loro rivincita nella
capacità di risolvere problemi concreti – É quanto
risulta da una nuova indagine condotta dall'Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico
- Ancora una volta si piazzano in testa i ragazzi
asiatici, mentre il nostro paese si aggiudica il sesto
posto in Europa
Finalmente
una statistica internazionale che colloca i nostri ragazzi
al di sopra della media. Si tratta di un'indagine collegata
alla ricerca PISA (Programme for International Student
Assessment), organizzata periodicamente dall'Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per
valutare i rendimenti scolastici in una sessantina di paesi
attraverso test sottoposti ai quindicenni. Mentre il PISA si
applica alle conoscenze in fatto di matematica e scienze e
alla padronanza della lettura, questa indagine esamina le
capacità di problem solving, cioé l'attitudine a
risolvere i problemi pratici che si presentano nella vita di
tutti i giorni. Si tratta in pratica di valutare le ricadute
concrete del bagaglio teorico assimilato in famiglia e a
scuola. Per esempio si presenta al ragazzo una quantità di
materiale informativo in materia di biglietti ferroviari
invitandolo a trovare la soluzione più economica per un
dato viaggio.
All'indagine
sul problem solving hanno partecipato quarantaquattro
paesi: la graduatoria che ne consegue è abbastanza diversa
da quella relativa alla teoria, e decisamente migliore per i
ragazzi di casa nostra. É vero che ancora una volta sono i
paesi asiatici a dominare la scena, con Corea, Giappone e
Cina ai primissimi posti. Ma per quanto riguarda i paesi
occidentali ci sono differenze significative. Una di queste
riguarda appunto l'Italia, che viene collocata
sistematicamente al di sotto della media quando si tratta di
valutare la perizia scientifico-matematica e la capacità di
lettura, ma balza invece al di sopra in materia di
attitudini pratiche. Come solutori di problemi, i nostri
ragazzi sono sesti in Europa dopo Finlandia, Gran Bretagna,
Estonia, Francia e Olanda, bel al di sopra dei loro coetanei
tedeschi, americani, belgi, austriaci, che pure son a loro
volta al di sopra della media.
Insomma
i quindicenni italiani sono senz'altro mediamente un po'
somari in matematica, scienze e lingua, ma sanno cavarsela
piuttosto bene nella vita. Alle loro deficienze teoriche fa
riscontro una buona attitudine pratica. I ricercatori OCSE
segnalano che ancora una volta ci sono sensibili differenze
regionali, con i ragazzi del Nord ai primi posti nel mondo.
Inoltre si registra in Italia una certa differenza a
vantaggio dei maschi, che è invece poco significativa nella
media internazionale. Si fa anche notare che le capacità
misurate dai test sul problem solving sono essenziali
per il futuro dei nostri ragazzi, in particolare per la loro
possibilità di competere nella ricerca di lavori appaganti
e di responsabilità. D'altra parte tutto questo non deve
indurci a trascurare l'importanza di un buon bagaglio di
conoscenze, che alla fine è proprio ciò che fa la
differenza.
- r.
f. l.
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