Si
trova a Lilla ed è intitolato ad Averroè, il filosofo
arabo del dodicesimo secolo - Nella valutazione del
rendimento degli istituti d'istruzione secondaria per
l'anno 2011/12 questa scuola privata musulmana si è
classificata al primo posto – I criteri di valutazione
considerano anche l'impatto dell'ambiente sociale di
provenienza degli alunni – Il successo della scuola di
Lilla rilancia l'eterno dibattito a proposito del dilemma
integrazione-assimilazione
É
il tema del giorno
in Francia, dove tradizionalmente si discute molto e
volentieri, a differenza da quel che accade in Italia, di
attualità educativa. Il ministero dell'educazione nazionale
ha pubblicato i dati sulla valutazione degli istituti
d'istruzione secondaria, e il risultato non manca di fare
sensazione. Fra i 2309 licei, pubblici e privati, che
propongono un programma generale e tecnologico, un istituto
privato musulmano di Lilla, il liceo Averroès, si è
classificato al primo posto. La valutazione tiene conto sia
dei risultati scolastici, sia dell'ambiente sociale da cui
provengono gli allievi. Seguono nella graduatoria due licei
parigini, uno pubblico e l'altro privato, rispettivamente
l'istituto Boulle e la scuola bilingue Jeanine Manuel.
Il
liceo Henry IV, che assieme al Louis le Grand è il più
celebre istituto parigino d'istruzione secondaria, si
classifica al quinto posto pur avendo centrato, come l'Averroès,
il cento per cento di diplomati al baccalauréat,
l'esame di maturità. La differenza è determinata dal
contesto sociale di provenienza degli allievi e da un altro
elemento di valutazione, il tasso di ex allievi delle
seconde classi che sono arrivati fino al “bac”:
questo tasso è del 95 per cento all'Henry IV, del 99 al
liceo di Lilla.
L'istituto
intitolato al filosofo arabo (Averroìs che 'l
gran comento feo, scrive Dante nella Commedia,
riferendosi alla divulgazione del pensiero di Aristotele da
parte dello studioso arabo), ha dieci anni di vita ed è
sotto contratto con lo stato dal 2008. Da parecchi
anni si colloca fra i migliori licei di Francia. Un'altra
classifica, condotta dal settimanale L'Express, lo
vede non al primo posto ma pur sempre al quinto:
l'arretramento è legato alla scelta di un altro criterio di
valutazione, quello di considerare la percentuale dei
ragazzi che raggiungono la maturità dopo avere frequentato
lo stesso istituto per l'intera durata degli studi. La
qualità di una scuola implica infatti il sapere
accompagnare gli allievi dal primo anno fino all'ultimo.
Inoltre sia nel sistema ministeriale di valutazione, sia in
quelli condotti da istituzioni private, il rendimento viene
rapportato alle caratteristiche socio-demografiche degli
allievi. Gioca dunque sulla statistica il relativo disagio
sociale dei ragazzi provenienti dalla minoranza islamica.
Il
successo della scuola di Lilla viene sottolineato con
soddisfazione dalla folta comunità musulmana di Francia e
introduce un nuovo elemento nell'eterno dibattito fra
integrazione e assimilazione. Amar Lasfar, direttore del
liceo Averroès, dice che non bisogna lasciarsi andare al
trionfalismo, anche se il fatto di avere superato i celebri
licei parigini fa giustizia di tanti luoghi comuni a
proposito del ruolo civile della comunità e dei servizi che
offre, all'interno della cornice della legge francese. Va
ricordato che un'aspra polemica ha accompagnato in Francia
il divieto, sulla base di una legge del 2004, di portare in
classe segni distintivi appariscenti delle religioni. Ma
questo divieto, che impedisce alle ragazze musulmane
d'indossare il velo islamico durante le lezioni, si applica
solo agli istituti pubblici. Molte allieve velate hanno
sostenuto gli esami alla scuola di Lilla, contribuendo al
successo dell'istituto.
A proposito di trionfalismi da evitarsi, un lettore
musulmano scrive su un blog che pur essendo orgoglioso della
prova si sente in dovere di sottolineare che diversa sarebbe
stata la graduatoria, se si fosse considerato solo il
rendimento scolastico e non anche il contesto sociale. E
anche se si fossero confrontati i voti. La scuola di Lilla
vanta sì il cento per cento di diplomati, ma con voti
mediamente inferiori a quelli del liceo Henry IV. Un altro
lettore risponde che la differenza in realtà è tutt'altro
che abissale, e che in ogni caso il condizionamento sociale
ha un peso essenziale nella resa scolastica, dunque è
giusto prenderlo in considerazione.
- f.
s.
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