Da
molti anni ormai il sistema scolastico di questo paese è
stabilmente ai vertici delle statistiche internazionali in
materia di rendimento – L’ultima indagine PISA sulle
competenze dei quindicenni nei paesi sviluppati lo colloca
al primo posto per capacità di lettura e conoscenze
scientifiche, secondo solo alla Corea del Sud per la
matematica – Gli ingredienti del successo vanno da una
buona organizzazione dei corsi di studi alla compattezza
linguistica della società
È
ormai una costante: ogni volta che vengono resi pubblici i
risultati delle indagini comparate PISA (Programme for
International Student Assessment) il
sistema scolastico finlandese si colloca in vetta alle
graduatorie del rendimento. Quelle stesse, ahimè, che
relegano la nostra scuola in posizioni di fondo classifica.
Condotta a cura dell’OCSE (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico) sui ragazzi di
quindici anni di un certo numero di paesi del mondo
sviluppato, l’indagine PISA misura le competenze in tre
ambiti: capacità di lettura, conoscenze scientifiche,
familiarità con la matematica. Nell’ultima rilevazione,
che si riferisce al 2006, la Finlandia si colloca al primo
posto per la lettura e le scienze, al secondo per la
matematica, superata soltanto dalla Corea del Sud, altro
paese costantemente ai vertici del rendimento scolastico.
Naturalmente ci si chiede quale sia il segreto di
queste eccezionali prestazioni. L’elemento forse
fondamentale consiste nel fatto che la società finlandese
è piccola (poco più di cinque milioni di abitanti) e
compatta: è infatti molto ridotta la quota di immigrati. Il
sistema educativo non deve dunque fare i conti con le
difficoltà tipiche dei paesi a forte immigrazione e dunque
ad alta eterogeneità sociale, come sono gli Stati Uniti
d’America e i maggiori paesi d’Europa compreso il
nostro, paesi ormai multietnici e interculturali. Tutti o
quasi gli alunni delle scuole finniche comunicano in classe
con la stessa lingua che parlano a casa. Significativamente,
questa compattezza sociale etnica e linguistica accomuna la
Finlandia alla Corea del Sud e ad altri paesi dalle alte
prestazioni scolastiche, come il Giappone.
L’organizzazione educativa finlandese si
caratterizza per alcune peculiarità. Gli esperti
sottolineano per esempio il fatto che l’istruzione
primaria e quella secondaria di primo grado non sono
separate come avviene di solito negli altri paesi. Niente
cesura fra elementari e medie inferiori: c’è un unico
ciclo che evita dunque ai ragazzi di tredici anni di
cambiare scuola. E ci sono insegnanti che li accompagnano
dai sette anni (altra caratteristica finlandese, si entra in
classe a questa età, superiore a quella d’inizio negli
altri paesi: prima di allora l’apprendimento è affidato
al gioco e all’ambito familiare) fino ai quindici.
Soltanto a questo punto si cambia scuola, entrando nella
secondaria di secondo grado.
L’orario scolastico è relativamente ridotto
rispetto a quello di altri paesi, e i ragazzi che hanno
difficoltà in particolari discipline vengono assistiti da
insegnanti supplementari. C’è stato sempre un impegno
particolare per l’assistenza a chi avesse problemi di
apprendimento ma ora, fa sapere il ministro
dell’istruzione Henna Virkkunen, si è deciso di dedicare
particolare attenzione anche ai ragazzi meglio dotati. Ha
infatti avuto inizio la sperimentazione di un progetto
pilota destinato ad “assistere” proprio chi raggiunge
elevati livelli di rendimento in determinate discipline.
I successi del sistema educativo finlandese non sono
soltanto il frutto di una buona organizzazione. Alle spalle
della scuola dei record c’è una società evoluta e
matura. Per esempio nelle famiglie esiste da sempre
l’abitudine della lettura di gruppo assieme ai bambini,
mentre gli insegnanti non hanno soltanto il vantaggio di una
competenza arricchita da un aggiornamento continuo, ma
godono anche di quel prestigio sociale che altrove hanno
spesso perduto.
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l. v.
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