FOGLIO LAPIS - APRILE - 2009

 
 

Il fondatore di Microsoft e il presidente degli Stati Uniti condividono la stessa linea in materia di organizzazione educativa – Valutare i docenti in base ai risultati in termini di rendimento, e remunerarli di conseguenza – La resistenza dei sindacati, tradizionalmente sotto il controllo di docenti anziani, dunque propensi a graduare i compensi secondo gli anni di servizio – L’esclusione dei bambini poveri da un’istruzione adeguata, sostiene Gates, è uno dei peggiori scandali americani

 

Bill Gates, il fondatore di Microsoft, è uno degli uomini più ricchi d’America e del pianeta. Ma è anche una persona animata da una forte sensibilità sociale, che lo induce a intervenire concretamente, grazie alle enormi risorse finanziarie di cui dispone, nel cuore dei problemi. Fra quelli che più gli stanno a cuore c’è quello educativo. Dal 2000 a oggi la Bill & Melinda Gates Foundation ha speso circa quattro miliardi di dollari in iniziative volte a migliorare l’istruzione secondaria e favorire l’accesso al college per i ragazzi la cui provenienza sociale li avrebbe altrimenti bloccati. Una goccia nel mare, nonostante l’imponenza della cifra, che tuttavia ha permesso di chiarire alcuni punti sulla giusta strategia da adottare.

Per cominciare ecco i dati, forniti appunto dalla fondazione che s’intitola a Gates e a sua moglie: complessivamente sono 71 su cento i ragazzi che conquistano il diploma secondario nei regolamentari quattro anni. Ma sono soltanto 58 su cento nella minoranza ispanica e 55 su cento fra gli afroamericani. Secondo il fondatore di Microsoft, il fatto che tanti ragazzi non possono sviluppare appieno il loro potenziale perché provengono da contesti sociali sfavoriti è il peggiore degli scandali americani. Bisogna dunque porsi come obiettivo un miglioramento sostanziale dell’istruzione per i ragazzi più poveri.

Una delle cause del malessere scolastico, sostiene Gates, è il fatto che non c’è alcun rapporto fra la remunerazione degli insegnanti e la qualità del loro lavoro. La carriera procede infatti lungo i binari degli scatti d’anzianità e i sindacati di categoria, tradizionalmente controllati proprio da docenti anziani, si oppongono tenacemente a qualsiasi sistema di valutazione dei singoli, sostenendo che ogni scuola deve essere valutata nell’insieme. In questo modo, secondo Gates la situazione è destinata a peggiorare ancora. Bisogna invece premiare gli insegnanti migliori e assegnarli proprio alle scuole in crisi di rendimento. E licenziare i peggiori senza tanti complimenti.

Sono le stesse linee del presidente Barack Obama e del suo ministro dell’istruzione Arne Duncan. Obama, che nel corso della campagna elettorale pose sistematicamente l’accento sulla necessità di combattere le molte disuguaglianze della società americana, sostiene l’opportunità di test molto precisi che misurino i miglioramenti annuali di ogni singolo studente: i docenti devono essere tenuti responsabili dei risultati così accertati. Il presidente assicura pieno sostegno a tutti quegli insegnanti che vogliono migliorare le loro competenze, ma al tempo stesso sostiene che i cattivi maestri non devono essere automaticamente confermati nell’incarico, come si fa da sempre. Non deve essere impossibile, dice Obama, rimuovere insegnanti che non sanno fare bene il loro lavoro, perché tenerli in cattedra non fa che complicare la vita ai colleghi che erediteranno le loro classi. Da notarsi che per il presidente queste posizioni comportano un rischio politico in vista dell’eventuale candidatura nel 2012 per un secondo mandato, perché gli potrebbero alienare i consensi di una categoria, quella degli insegnanti, che tradizionalmente vota per il partito democratico.

Il quotidiano Washington Post informa che nel District of Columbia, il distretto federale attorno alla capitale americana, si sta già cercando di tradurre in pratica questi principi, ma che la resistenza sindacale è accanita. Ma anche gli uomini del nuovo corso si mostrano ben determinati. Il giornale cita il ministro federale Duncan, secondo cui “in questo paese il pendolo ha oscillato anche troppo verso gli adulti, è ora che torni indietro”. È un movimento tipico dell’America di Obama.

                                                          f. s. 
                                         

    


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis aprile 2009

 

Mandaci un' E-mail!