Il
bilancio dello stato scricchiola anche in Francia e dunque
è tempo di tagli alla spesa – Ma i colpi di forbice
all’organico del ministero dell’educazione nazionale
hanno finito con lo scatenare la protesta degli studenti
liceali – Invano il ministro Darcos spiega che la legge
finanziaria non si può modificare – I sindacati al
fianco degli studenti –Intanto si susseguono le
manifestazioni in varie città, mentre s’avvicinano le
cruciali settimane di fine anno scolastico
Affollate
manifestazioni di studenti liceali a Parigi, Bordeaux,
Saint-Etienne, Lione, Tolosa, Chambery, cariche della
polizia con lacrimogeni, qualche durezza di troppo. I
ragazzi protestano contro alcune fra le misure previste
dalla legge finanziaria, quelle che colpiscono gli organici
dell’educazione nazionale. Si tratta di un taglio di 11200
posti a partire dal prossimo anno scolastico, che sarà
effettuato sostituendo soltanto la metà del personale che
va in pensione. Sono per la maggior parte insegnanti, ma
anche quadri amministrativi. Secondo le organizzazioni degli
studenti, queste misure finiranno con il peggiorare la
qualità dell’istruzione secondaria.
Quello
dei licei è uno dei tanti capitoli del contenzioso aperto
in Francia dalla necessità di ridurre il disavanzo del
bilancio statale. L’Unione Europea preme in questo senso,
e al presidente Nicolas Sarkozy non resta che frugare nei
molti capitoli di spesa per trovare qualche voce che sia
possibile tagliare. Lo scorso mese di novembre furono i
ferrovieri a scendere in sciopero, contro una riforma dei
regimi pensionistici speciali, mentre all’orizzonte si
profila, dopo la protesta scolastica, quella del settore
della sanità, analogamente preso di mira da chi ha
l’incarico di sforbiciare i bilanci pubblici.
Il
ministro dell’educazione nazionale, Xavier Darcos, fa
notare che la legge finanziaria ormai è cosa fatta e dunque
non si può modificare. Al più sarà possibile fare qualche
aggiustamento marginale il prossimo mese di giugno. Del
resto, promette, la riduzione d’organico non pregiudicherà
l’efficienza del sistema, tanto più che sarà in parte
compensata da un aumento degli straordinari. Darcos aggiunge
una notazione che suscita ulteriori proteste, quando
dichiara che a suo parere non c’è niente di scandaloso
nel prefigurare classi di liceo con 36 o 37 alunni.
Il
ministro e il presidente promettono inoltre una riforma del
sistema che dovrebbe assorbire la necessità di un
ridimensionamento occupazionale attraverso una maggiore
efficienza del sistema, ma gli studenti e i sindacati, che
spalleggiano la protesta dei giovani, non sono affatto
d’accordo. Sulla crisi dei licei s’innesta anche una
dura polemica politica: l’opposizione socialista accusa
Sarkozy di perseguire astratti disegni di riforma e di
penalizzare nel frattempo i servizi pubblici. Fra l’altro
accusano il ministero dell’educazione nazionale di avere
concentrato i tagli sulle scuole di certe aree a rischio,
come le banlieues delle maggiori città, a cominciare da
Parigi. Aree dove il disagio giovanile, soprattutto fra le
comunità immigrate, è sempre sul punto di esplodere.
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f. s.
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