FOGLIO LAPIS - APRILE - 2008

 
 

Il bilancio dello stato scricchiola anche in Francia e dunque è tempo di tagli alla spesa – Ma i colpi di forbice all’organico del ministero dell’educazione nazionale hanno finito con lo scatenare la protesta degli studenti liceali – Invano il ministro Darcos spiega che la legge finanziaria non si può modificare – I sindacati al fianco degli studenti –Intanto si susseguono le manifestazioni in varie città, mentre s’avvicinano le cruciali settimane di fine anno scolastico

 

Affollate manifestazioni di studenti liceali a Parigi, Bordeaux, Saint-Etienne, Lione, Tolosa, Chambery, cariche della polizia con lacrimogeni, qualche durezza di troppo. I ragazzi protestano contro alcune fra le misure previste dalla legge finanziaria, quelle che colpiscono gli organici dell’educazione nazionale. Si tratta di un taglio di 11200 posti a partire dal prossimo anno scolastico, che sarà effettuato sostituendo soltanto la metà del personale che va in pensione. Sono per la maggior parte insegnanti, ma anche quadri amministrativi. Secondo le organizzazioni degli studenti, queste misure finiranno con il peggiorare la qualità dell’istruzione secondaria.

Quello dei licei è uno dei tanti capitoli del contenzioso aperto in Francia dalla necessità di ridurre il disavanzo del bilancio statale. L’Unione Europea preme in questo senso, e al presidente Nicolas Sarkozy non resta che frugare nei molti capitoli di spesa per trovare qualche voce che sia possibile tagliare. Lo scorso mese di novembre furono i ferrovieri a scendere in sciopero, contro una riforma dei regimi pensionistici speciali, mentre all’orizzonte si profila, dopo la protesta scolastica, quella del settore della sanità, analogamente preso di mira da chi ha l’incarico di sforbiciare i bilanci pubblici.

Il ministro dell’educazione nazionale, Xavier Darcos, fa notare che la legge finanziaria ormai è cosa fatta e dunque non si può modificare. Al più sarà possibile fare qualche aggiustamento marginale il prossimo mese di giugno. Del resto, promette, la riduzione d’organico non pregiudicherà l’efficienza del sistema, tanto più che sarà in parte compensata da un aumento degli straordinari. Darcos aggiunge una notazione che suscita ulteriori proteste, quando dichiara che a suo parere non c’è niente di scandaloso nel prefigurare classi di liceo con 36 o 37 alunni.

Il ministro e il presidente promettono inoltre una riforma del sistema che dovrebbe assorbire la necessità di un ridimensionamento occupazionale attraverso una maggiore efficienza del sistema, ma gli studenti e i sindacati, che spalleggiano la protesta dei giovani, non sono affatto d’accordo. Sulla crisi dei licei s’innesta anche una dura polemica politica: l’opposizione socialista accusa Sarkozy di perseguire astratti disegni di riforma e di penalizzare nel frattempo i servizi pubblici. Fra l’altro accusano il ministero dell’educazione nazionale di avere concentrato i tagli sulle scuole di certe aree a rischio, come le banlieues delle maggiori città, a cominciare da Parigi. Aree dove il disagio giovanile, soprattutto fra le comunità immigrate, è sempre sul punto di esplodere.

 

                                                          f. s. 
                                         

    


                                                  

 
 

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