FOGLIO LAPIS - APRILE - 2006

 
 

Nel settore terziario c’è un capitolo da tempo in ascesa, quello della fornitura di conoscenze – Per molti paesi, in particolare anglofoni, si tratta di una voce consistente nella bilancia commerciale – Ora anche l’India si fa avanti per esportare certi suoi riusciti modelli di trasmissione del sapere – Forse potrebbe essere proprio questo settore a finanziare, in un quadro internazionale d’interventi concordati, una vasta campagna contro l’analfabetismo nel mondo

 

Come riferiamo in un altro articolo di questo stesso numero (La nuova scuola di Gordon Brown), il governo britannico ha promosso un’iniziativa internazionale per affrontare la piaga dell’analfabetismo di massa nei paesi poveri. In un certo senso è naturale che il progetto, animato dal Cancelliere dello Scacchiere e probabile futuro primo ministro d’intesa con il premio Nobel sudafricano Nelson Mandela, parta dalla capitale del Regno Unito. Londra è infatti meta tradizionale di un massiccio turismo linguistico, mentre le celebri università britanniche, in particolare la London School of Economics e gli storici atenei di Oxford e Cambridge, conoscono da sempre una folta frequentazione di studenti stranieri. Il privilegio della lingua planetaria, e la qualità dell’istruzione superiore, assicurano dunque alla Gran Bretagna non soltanto il prestigio di un ruolo dominante nella diffusione internazionale delle conoscenze, ma anche una consistente fonte di risorse economiche. È bello che a questo credito corrisponda la consapevolezza di un debito, verso il mondo meno fortunato.

Analoghe considerazioni si possono fare per gli Stati Uniti, dove proprio per questo è lecito attendersi una pronta risposta alla generosa proposta del Cancelliere Brown. Secondo una valutazione recente gli studenti stranieri che affollano le università americane portano ogni anno all’economia federale un contributo valutario di dodici miliardi di dollari. Il dipartimento del commercio degli Stati Uniti, fa notare che il business dell’istruzione superiore è al quarto posto per volume d’affari fra i servizi esportati. Ovviamente la stima tiene conto non soltanto dell’investimento diretto per gli studi, ma anche delle spese di soggiorno dei giovani stranieri. Per oltre i tre quarti, secondo il dipartimento del commercio, costoro ricevono da casa, cioè dall’estero, il denaro che spendono per mantenersi agli studi. Soltanto uno su quattro finanzia tasse universitarie e soggiorno trovandosi un lavoro negli States.

Altri esempi classici di esportazione diretta del sapere la Francia, da sempre meta di studenti che provengono dai paesi francofoni asiatici e africani, e la Russia, erede dell’egemonia culturale nei paesi di tradizione socialista che fu della defunta Unione Sovietica. Ma questi esempi, in particolare il britannico e l’americano, sono visti con interesse anche in altre parti del mondo. Per esempio in India, un paese che vive la paradossale contraddizione di un’educazione primaria del tutto carente, dunque di una vasta area sociale di analfabetismo, e di un’istruzione superiore che vanta alcuni poli di assoluta eccellenza. Come gli Iim e gli Iit (Istituti indiani di management e Istituti indiani di tecnologia), che sono presenti nelle maggiori città della grande penisola asiatica.

Ogni anno 300 mila studenti si presentano alle durissime prove di accesso agli Iit, dove i posti sono complessivamente soltanto cinquemila. Analogo il discorso per gli Iim: 150 mila candidati, un po’ meno di duemila posti all’anno. Secondo l’Economist di Londra gli esami per accedere ai corsi per il master di amministrazione all’Iim di Ahmedabad sono i più duri del mondo. Forti del prestigio guadagnato in patria, queste scuole guardano ora oltre frontiera. L’Iim di Bangalore sta per aprire un campus a Singapore, quello di Ahmedabad organizza corsi a Pechino, a Bangkok, al Cairo e ne progetta altri in alcuni paesi del Golfo Persico. Le scuole superiori indiane guardano anche senza complessi ai paesi che tradizionalmente non importano ma esportano cultura, per esempio la Gran Bretagna: l’Iim di Kolkata ha concluso con l’università di Cardiff un memorandum d’intesa che prevede lo scambio di studenti e docenti.

L’esempio dell’India porta inevitabilmente a una considerazione. Il giro d’affari generato da questo successo internazionale sembra destinato a costituire la risorsa fondamentale per risolvere o almeno avviare a soluzione il problema nazionale dell’analfabetismo. Le scuole di eccellenza possono insomma finanziare l’istruzione primaria, che in una situazione demografica galoppante come l’indiana ha bisogno non  soltanto di colmare le storiche lacune, ma anche di venire incontro alle esigenze di nuove generazioni sempre più numerose. Il discorso si può allargare a una scala planetaria. Purtroppo non tutti i paesi afflitti dalla piaga dell’istruzione negata sono nelle condizioni dell’India, potenzialmente in grado di autofinanziarsi grazie alla qualità delle sue scuole superiori: per la maggior parte dei casi si può soltanto far conto sulla solidarietà internazionale.

È proprio da questa constatazione che parte la proposta anglo-sudafricana. Brown e Mandela invitano il mondo ricco a riconoscere che il diritto all’istruzione per tutti è anche di chi vive nei paesi poveri. E a riflettere sul fatto che aiutare il mondo degli analfabeti a impadronirsi degli strumenti elementari della conoscenza non è soltanto un bel gesto, è anche un investimento nella giustizia, dunque nella stabilità, dunque nell’interesse di tutti. Allo scopo serve molto denaro (ma sempre  meno di quello assorbito dalle molte guerre e guerriglie che punteggiano il globo), e forse proprio il business dell’insegnamento superiore potrebbe essere la miniera da cui estrarre quelle risorse, sulla base di una strategia concordata a livello mondiale attraverso l’Unesco, o l’Unicef, o anche, se si preferisce aggirare le lungaggini burocratiche e i freni politici delle organizzazioni internazionali, una fitta ragnatela di accordi bilaterali.

 

 

                                                                  r. f. l.  

 

 


                                                  

 
 

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