FOGLIO LAPIS - APRILE - 2006

 
 

Sono stati ripubblicati, a venticinque anni dalla prima edizione, gli Esercizi di fantasia di Gianni Rodari – La presentazione ad Arezzo, dove nel 1979 si svolse l’incontro fra lo scrittore e i ragazzi di cui il libro raccoglie la trascrizione – Una registrazione disponibile in cd ripropone la straordinaria attualità di quell’esperienza – Ecco la creatività liberata dalla Fantastica prendere d’assalto le incrostazioni della vecchia istituzione educativa

 

La scuola è meglio farla ridendo che piangendo”. Così diceva Gianni Rodari, citato da Maria Cristina Renzoni. Nell’anno scolastico 1978/79 Maria Cristina era un’alunna di prima media, e il 23 marzo di ventisei anni fa ebbe la fortuna di far parte di un gruppo di una cinquantina di ragazzi (due prime medie, una quinta elementare), con i quali lo scrittore si intrattenne per tre ore e mezzo in un centro sociale di Arezzo sconvolgendo gli schemi del loro rapporto con la scuola, liberando la loro fantasia, conducendoli per mano sui felici percorsi della Fantastica. Fu un’esperienza che lasciò il segno, a giudicare dalle impressioni raccolte fra i ragazzi, un anno più tardi, dai loro insegnanti. “Mi dava l’impressione di averlo conosciuto da sempre”, scrisse Maria Paola Sbragi. E Alessandro Caposciutti: “Credevo che fosse un uomo che sapesse stare con  i ragazzi, invece… era un uomo come i ragazzi”.

Quando Maria Cristina, Maria Paola, Alessandro e i loro compagni scrivono i loro commenti, Rodari non c’è più. Doveva tornare a Arezzo, lo aveva promesso ai cinquanta interlocutori di quella mattinata di primavera. “Verrò a vedere quel che avrete combinato”, aveva detto, e forse qualcuno avrà pensato a un contadino che sa di avere ben seminato e pregusta un buon raccolto. Ma pochi mesi dopo la semina l’autore della Grammatica della fantasia, lo scrittore per ragazzi che dieci anni prima ha ricevuto il Premio Andersen, muore appena sessantenne. “Da chiuso morbo combattuto e vinto”, non potrà proseguire la sua appassionata esplorazione della dimensione fantastica, né fra le altre cose potrà leggere Il cuore della foresta in cartapesta, un lavoro che i ragazzi di una delle classi incontrate quel 23 marzo hanno realizzato proprio mettendo a frutto quell’esperienza.

Fortunatamente l’evento non soltanto vive nella memoria di chi vi ha partecipato, ma grazie alla registrazione dei suoni può essere proposto a una platea ben più vasta, sia pure non altrettanto direttamente coinvolta. Nel 1981 infatti, gli Editori Riuniti pubblicano gli Esercizi di fantasia, curati da un insegnante e poeta che fu presente all’incontro e che i lettori del Foglio Lapis conoscono molto bene: Filippo Nibbi, che proprio sulle colonne del nostro periodico porta avanti il discorso affascinante della Fantastica. Il libro postumo di Rodari, arricchito da una prefazione del linguista Tullio De Mauro e considerato il complemento concreto della Grammatica della fantasia, dopo aver conosciuto una seconda edizione nel 1983 è stato ora ripubblicato dagli stessi Editori Riuniti. La presentazione è avvenuta ovviamente a Arezzo, nella Sala dei Grandi del palazzo dell’amministrazione provinciale affollata di docenti, di ragazze e ragazzi di ventisei anni or sono, di ragazze e ragazzi di oggi, gli uni e gli altri, quelli che hanno incontrato Rodari e quelli che lo hanno soltanto letto, accomunati dall’essersi avventurati con lui lungo i sentieri della fantasia.

È inoltre disponibile, a cura della provincia, un cd che ripropone attraverso la voce  cristallina di Rodari e le voci dei suoi cinquanta interlocutori il sonoro di quella esperienza. Ecco il maestro della Fantastica alla ricerca dei binomi divergenti, quelle coppie di parole che fanno scattare il cortocircuito dell’immaginazione, eccolo sbrogliare i nodi che imprigionano il libero corso della fantasia, eccolo demolire con garbo la vecchia scuola ingessata nei suoi schemi, la scuola degli ammaestratori di foche, del sapere fornito in pacchetti preconfezionati, prendere o lasciare, memorizzare e ripetere. E poi magari dimenticare, a diploma ormai acquisito. Eccolo far sgorgare zampilli, torrenti, cascate di parole (le avete tutte dentro, basta liberarle!), parole incatenate, parole a grappoli, a grumi, a insiemi, parole slegate o contraddittorie e proprio per questo ricche di senso e gravide di storie. Su quei liberi flussi, Rodari inseguiva l’ideale di persone capaci di pensare nel vero senso del termine, che è quello di cercare un rapporto con la realtà non già passivo ma attivo, anzi interattivo.

 

   

 

                                                                  Alfredo Venturi 

 

 


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis aprile 2006

 

Mandaci un' E-mail!