Sono
stati ripubblicati, a venticinque anni dalla prima
edizione, gli Esercizi di fantasia di Gianni Rodari
– La presentazione ad Arezzo, dove nel 1979 si svolse
l’incontro fra lo scrittore e i ragazzi di cui il libro
raccoglie la trascrizione – Una registrazione
disponibile in cd ripropone la straordinaria attualità di
quell’esperienza – Ecco la creatività liberata dalla
Fantastica prendere d’assalto le incrostazioni della
vecchia istituzione educativa
“La
scuola è meglio farla ridendo che piangendo”. Così
diceva Gianni Rodari, citato da Maria Cristina Renzoni.
Nell’anno scolastico 1978/79 Maria Cristina era
un’alunna di prima media, e il 23 marzo di ventisei anni
fa ebbe la fortuna di far parte di un gruppo di una
cinquantina di ragazzi (due prime medie, una quinta
elementare), con i quali lo scrittore si intrattenne per tre
ore e mezzo in un centro sociale di Arezzo sconvolgendo gli
schemi del loro rapporto con la scuola, liberando la loro
fantasia, conducendoli per mano sui felici percorsi della
Fantastica. Fu un’esperienza che lasciò il segno, a
giudicare dalle impressioni raccolte fra i ragazzi, un anno
più tardi, dai loro insegnanti. “Mi dava l’impressione
di averlo conosciuto da sempre”, scrisse Maria Paola
Sbragi. E Alessandro Caposciutti: “Credevo che fosse un
uomo che sapesse stare con
i ragazzi, invece… era un uomo come i ragazzi”.
Quando Maria Cristina, Maria Paola, Alessandro e i
loro compagni scrivono i loro commenti, Rodari non c’è più.
Doveva tornare a Arezzo, lo aveva promesso ai cinquanta
interlocutori di quella mattinata di primavera. “Verrò a
vedere quel che avrete combinato”, aveva detto, e forse
qualcuno avrà pensato a un contadino che sa di avere ben
seminato e pregusta un buon raccolto. Ma pochi mesi dopo la
semina l’autore della Grammatica della fantasia, lo
scrittore per ragazzi che dieci anni prima ha ricevuto il
Premio Andersen, muore appena sessantenne. “Da chiuso
morbo combattuto e vinto”, non potrà proseguire la sua
appassionata esplorazione della dimensione fantastica, né
fra le altre cose potrà leggere Il cuore della foresta
in cartapesta, un lavoro che i ragazzi di una delle
classi incontrate quel 23 marzo hanno realizzato proprio
mettendo a frutto quell’esperienza.
Fortunatamente l’evento non soltanto vive nella
memoria di chi vi ha partecipato, ma grazie alla
registrazione dei suoni può essere proposto a una platea
ben più vasta, sia pure non altrettanto direttamente
coinvolta. Nel 1981 infatti, gli Editori Riuniti pubblicano
gli Esercizi di fantasia, curati da un insegnante e
poeta che fu presente all’incontro e che i lettori del Foglio
Lapis conoscono molto bene: Filippo Nibbi, che proprio
sulle colonne del nostro periodico porta avanti il discorso
affascinante della Fantastica. Il libro postumo di Rodari,
arricchito da una prefazione del linguista Tullio De Mauro e
considerato il complemento concreto della Grammatica
della fantasia, dopo aver conosciuto una seconda
edizione nel 1983 è stato ora ripubblicato dagli stessi
Editori Riuniti. La presentazione è avvenuta ovviamente a
Arezzo, nella Sala dei Grandi del palazzo
dell’amministrazione provinciale affollata di docenti, di
ragazze e ragazzi di ventisei anni or sono, di ragazze e
ragazzi di oggi, gli uni e gli altri, quelli che hanno
incontrato Rodari e quelli che lo hanno soltanto letto,
accomunati dall’essersi avventurati con lui lungo i
sentieri della fantasia.
È inoltre disponibile, a cura della provincia, un cd
che ripropone attraverso la voce
cristallina di Rodari e le voci dei suoi cinquanta
interlocutori il sonoro di quella esperienza. Ecco il
maestro della Fantastica alla ricerca dei binomi divergenti,
quelle coppie di parole che fanno scattare il cortocircuito
dell’immaginazione, eccolo sbrogliare i nodi che
imprigionano il libero corso della fantasia, eccolo demolire
con garbo la vecchia scuola ingessata nei suoi schemi, la
scuola degli ammaestratori di foche, del sapere fornito in
pacchetti preconfezionati, prendere o lasciare, memorizzare
e ripetere. E poi magari dimenticare, a diploma ormai
acquisito. Eccolo far sgorgare zampilli, torrenti, cascate
di parole (le avete tutte dentro, basta liberarle!), parole
incatenate, parole a grappoli, a grumi, a insiemi, parole
slegate o contraddittorie e proprio per questo ricche di
senso e gravide di storie. Su quei liberi flussi, Rodari
inseguiva l’ideale di persone capaci di pensare nel vero
senso del termine, che è quello di cercare un rapporto con
la realtà non già passivo ma attivo, anzi interattivo.
Alfredo
Venturi
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