É
nato appena sette anni fa e sta dilagando nel mondo intero
- Nello spazio di libertà totale garantito dalla natura
di internet, il blog offre illimitate possibilità
espressive - A spiegarne il successo e la diffusione c'è
anche un'altra caratteristica, il fatto che può essere
aperto a contributi esterni acquisendo una funzione di
estrema importanza: luogo d'incontro delle opinioni e di
scambio delle idee - La grande novità è una facoltà
comunicativa libera da ogni vincolo
La Rete sta
divenendo sempre di più un medium in grado di modificare i
comportamenti sociali e di influenzarne i codici linguistici
utilizzati. E’ questo il caso dei blog. La loro data di
nascita si presenta piuttosto controversa, secondo alcuni i
natali risalgono al 1997 ed il loro luogo d’origine gli
USA. Ma quello che più conta è che da quel momento si è
innescato un vero boom di appassionati in tutto il mondo,
fino a farlo divenire un vero e proprio fenomeno di massa
ancora poco studiato e compreso appieno.
Il termine weblog
deriva dall’unione di due termini inglesi web=rete e
log=registro, di qui la contrazione in “blog”, ormai così
diffusa. Ma che cos’è un blog? E’ uno spazio sul web,
una sorta di sito personale all’interno del quale
l’autore (blogger) può esprimere le proprie idee e le
proprie “visioni del e sul mondo”.
La
mancanza di una struttura rigida, dove incasellare i propri
pensieri, apre la strada ad un tipo di scrittura libera,
tanto apprezzata soprattutto dai più giovani. E’ per
questo che di blog ne abbiamo di diversi tipi, che vanno dal
diario personale, a quelli di taglio giornalistico, di
approfondimento, di viaggi, di letture, etc. Ma, a nostro
avviso, ogni tentativo di racchiuderli in una pseudo
categoria li snatura e non rispecchia le caratteristiche
specifiche del fenomeno. Essi sono innanzitutto dei CMS (Content
Management System), ossia degli strumenti di gestione dei
contenuti e, per questo, aperti alla possibilità di
inglobare qualsiasi argomento.
Ulteriore
elemento in grado di aiutare a spiegare il loro grande
successo è la facilità con cui i contenuti possono essere
pubblicati on-line. Infatti, è sufficiente richiedere a
siti specializzati quali www.blogger.com
o www.splinder.it la
sottoscrizione a uno spazio virtuale per il proprio blog e,
senza alcuna conoscenza di programmazione specifica, ma con
pochi click di mouse, ci troveremo di fronte ad un ambiente
con le impostazioni di procedura facilitata che ci aiuterà
a scegliere un template grafico, fra i numerosi predefiniti,
e ad impostare l’URL del nostro blog. A questo punto, come
se scrivessimo con uno dei comunissimi word-processor,
saremo pronti a comunicare in uno spazio senza limite. La
pubblicazione on-line è immediata, in tempo reale e si può
anche optare per l’apertura del proprio spazio a più
utenti o offrire la possibilità di commentare i nostri
messaggi a tutti o ad un gruppo ristretto di visitatori.
Ultimamente
vanno diffondendosi piattaforme digitali in grado di
arricchire i blog personali con foto e presto ciò sarà
disponibile anche sui cellulari. E’ recente, infatti,
l’annuncio della Nokia del sistema Lifeblog, in grado di
custodire su di una piccola rete internet personale le foto
scattate dal proprio telefonino.
Anche la Microsoft non sta a guardare e si prepara a
lanciare Life Bits: macchinetta fotografica, che portata al
collo, scatta da sola immagini ad intervalli programmati.
Se
tramite il blog la possibilità di comunicare è offerta a
tutti, svincolandola dalla ricerca di guadagno, la grande
rivoluzione ci sembra risiedere nella condivisione della
conoscenza e nella partecipazione collettiva ad una ricerca
di senso.
Il
blogger, visto come autore ed editore di se stesso, ci
sembra pervaso dal bisogno di sentirsi libero di esprimere
la propria opinione e di esternare le proprie emozioni e la
presenza, forse anche di un solo lettore, aiuta a
giustificare l’esistenza di un testo in Rete, soprattutto
se in grado di trasmettere un fremito ed uno stimolo alla
riflessione.
Clemente
Porreca
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