FOGLIO LAPIS - APRILE 2000

 

CONGEGNARE LA FANTASTICA

 

LA LIBERERIA

 

Filippo Nibbi ci parla della inesauribile inventiva infantile, di un pero che fiorisce il 32 marzo, dei significati che ogni giorno fioriscono dal nonsenso - L'orologio che "spacca il minuto", efficace rappresentazione idiomatica del tempo distruttore

 

"Siamo stati in pensione per te!", dissero i ragazzi di quinta dopo qualche tempo che non li rivedevo.

"Vedo che siete diventati mont'espèrtoli!, risposi io. Correva l'anno 1998, in primavera.

Ero tornato da loro per congegnare un po' di Fantastica, profittando della primavera rifiorita. La scuola elementare di Montespertoli, in provincia di Firenze, è sopra una collina.

Li avevo incontrati per la prima volta nel '94, cinque anni prima, durante l'anno scolastico '93-'94.

Era sempre primavera... Mai tardi per congegnare un po' di Fantastica.

C'era allora all'ingresso della scuola elementare di Montespertoli un cartello che diceva: "Si prega babbi e mamme di lasciare i bambini fuori del cancello". Fu così che io li attesi lì.

Era un giorno curioso di marzo. Credo, il 32.

Dissi loro: "Però, senza l'accento, è un bellissimo pero, che fiorisce il 32 marzo"...

"Io caco!, rispose ridendo un ragazzo.

Risposi loro che Caco era anche il dio dei ladri. E ci allontanammo verso un campo di rape.

Il campo era giallissimo.

Ci acquattammo. Sparimmo in quel colore. Gli feci sentire il "motore della primavera". Il campo era pieno d'insetti. Al confine, c'erano alberi da frutto in fiore. Si vedeva la scuola con le maestre che andavano su e giù lungo la recinzione metallica come canmaestri in cerca d'un buco per uscire fuori.

Raggiungemmo quel pero del però senza l'accento.

Era un residuato d'un vecchio podere. Ma ancora forte, soprattutto, bello, pieno di fiori. Un ragazzo ci salì per sentire il rombo del "motore della primavera" da dentro. Poi lo ridiceva agli altri, cercando di precisare: "Questa doveva essere una vespa, questa un'ape... questo che faceva così: vrvrvrvrvrvrvrvr, un calabrone".

"Chi Vespa, mangia le mele", gli suggerivo.

E questo vecchio "suggerimento per l'acquisto della Vespa" della Piaggio fece ridere tanto, in quel campo di rape.

"Io campo, tu campi... Noi campiamo", dicevamo in coro tornando verso la scuola. Le maestre ci vennero incontro correndo come canmaestri.

A una mamma che chiese alla sua bambina cosa aveva fatto, la mattina, a scuola, quella rispose: "Siamo andati in libereria".

"Lo studio è come il lavoro, mobilita", dicevo ai bambini rientrati in classe. Il giorno dopo, dando luogo ai disegni, Andrea, che aveva un caco in giardino e aveva detto "io caco", fece questo disegno:

Andrea fu preso come misura per costruire un compasso di legno alto come lui,. Da usare per fare un cerchio davanti al cancello della scuola elementare di Montespertoli. Quel compasso fu chiamato da un'altra bambina "il cerchiottolo". Scrivemmo dentro il cerchio fatto col cerchiottolo davanti alla scuola: "VIETATO CALPESTARE LE IDEE"...

Dopo questo flashback che ci tornava vividamente in memoria, Filippo fece questo disegno:

Di Filippo, ricordavo con tutti la sua aritmetica in prima elementare: "Sedici è otto otto, sicché otto soli".

E la sua osservazione sopra l'acqua minerale:

"L'acqua bolle, però è fredda", che volevamo mandare alla Ferrarelle.

"... Perché non si fece?", domandò Filippo.

Ma, in quel momento, suonò la campanella.

"... Spacca il minuto!", disse Filippo, guardando l'orologio, ora, in quinta, al termine della quinta ora.

"Se il tuo orologio sa spaccare il minuto", gli avrebbe detto Gianni Rodari comparso tra le quinte, "perché non gli insegni a... spaccare la legna?... E' un orologio spaccatutto?... Spacca anche le pietre, come gli stradini d'una volta, che facevano mucchi di pietrisco per rattoppare le strade?... Ogni volta che fa tic tac, vanno in pezzi i muri di casa?... E' pericoloso? Va messo in condizione di non nuocere?". "Sc usate", dico a voi che siete entrati in questo sito http://pagina.de/lapis, internèti in Internet: "ma non sembra anche a voi di vedere emergere, dal nonsenso, il significato?... Il tempo, veramente, distrugge tutto?... Questa, se volete, sarà la morale per gli internèti che non si contentano del nonsenso".

Filippo Nibbi

 

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