FOGLIO LAPIS - APRILE 2000

 

ESPERIENZE

 

IN CLASSE A PINDOYACU

 

Un villaggio nel folto della foresta amazzonica nel racconto di un quotidiano di Quito, Ecuador - Quando manca persino la documentazione anagrafica, e gli alunni non conoscono nemmeno la propria data di nascita - L'età scolastica scatta non appena il bambino mostra di poter seguire le lezioni - Due capanne-aula e quindici alunni - Ma per proseguire gli studi la scuola più vicina è a cinque giorni di cammino

 

La foresta amazzonica sembra infinita, il verde della flora esuberante si fonde all'orizzonte con l'azzurro del cielo. In mezzo a questo mare di vegetazione ci sono scenari e storie poco conosciute.

E' questo il caso di Pindoyacu, un piccolo "pueblo" che si estende su non più di dieci ettari ai margini del fiume Guayusa. Al centro si trovano sette capanne sparpagliate in cui abitano quattro famiglie Achuar, due Kichwas e una di mescolanza Zàpara-Achuar. Sono quaranta abitanti in tutto.

Il villaggio si trova circa trecento chilometri a sudest di Puyo, una cittadina che si trova all'inizio della foresta amazzonica, nella giurisdizione di Rio Tigre il cui capoluogo è Conambo. Il suo contatto con Puyo, a 45 minuti di volo, è possibile solo con i piccoli aeroplani che operano su piste corte e rudimentali. La pista locale misura 430 metri. La foresta inestricabile, così come serve da dispensa e farmacia naturale e li protegge dall'azione predatrice della colonizzazione, è anche una muraglia che la loro squallida economia non permette di oltrepassare.

Infatti il noleggio di un aeroplano è molto caro, dice il presidente della comunità Venancio Santi: in una impresa privata costa 327 dollari. Vola al massimo due volte al mese, aggiunge Pascual Andy professore della scuola, unidocente da cinque anni. Ha quindici studenti, dalla prima alla sesta classe, tranne la quinta perché non ci sono alunni.

La scuola consta di due aule, una costruita quindici anni fa da una compagnia petrolifera che passò di qui, e l'altra realizzata dal Consiglio provinciale circa dieci anni fa, con legname del posto e tetto in lamiera di zinco. A mezzogiorno sembrano forni, dice Andy, che a quest'ora preferisce portare i suoi alunni in una capanna tradizionale di paglia. La temperatura supera i quaranta gradi.

Andy fa anche un'altra rivelazione. A Pindoyacu, così come in altre comunità disperse nella giungla, i suoi abitanti non sono iscritti nel Registro civile, e tanto meno hanno documenti d'identità. La loro età si stima, non si precisa: io debbo avere 65 anni, dice Venancio Santi, uno dei quattro anziani della comunità che parla solo Shuar. Andy traduce.

Non hanno cittadinanza ecuadoriana nonostante siano nati e vivano nel suo territorio. Per questa ragione, per esempio, non beneficiano di programmi come il "buono solidale", dice il presidente dell'Organizzazione della nazionalità Zàpara dell'Ecuador (ONAZE), Brasilio Santi. Gli anziani e le diciassette madri di famiglia potrebbero usufruire del sussidio governativo, però dovrebbero iscriversi all'anagrafe. Per questo motivo l'ONAZE organizzò una campagna di iscrizione tardiva, in dicembre, che per causa di forza maggiore fu poi rinviata.

Dato che la loro è una economia di sussistenza e il denaro non è indispensabile, non era sembrato importante avere dei documenti personali. A scuola i bambini vanno "quando si vede che già hanno una età per assistere alle lezioni". Però la necessità di avere atti di nascita è stata riproposta dalla creazione del "Colegio Akamaru" a Conambo (il colegio corrisponde alla scuola media superiore italiana, n.d. tr.), che si trova a cinque giorni di distanza per un sentiero percorribile solo a piedi, o alla stessa distanza di tempo per via fluviale, o a venti minuti di aereo.

La ONAZE costruì un posto di prima assistenza a Pindoyacu, per dare una presenza medica di base. Il suo costo è di ottanta milioni di sucres ed è dotato di radio di comunicazione VHF (costata 1500 dollari), una canoa con motore fuoribordo (35,8 milioni di sucres), medicine e strumenti basilari (cinque milioni di sucres). I fondi provengono dalla ONG tedesca Hindio Hilfe, che ha fornito diecimila dollari per progetti simili in altre quattro comunità del gruppo dell'ONAZE. Le cure di emergenza vengono fornite dal promotore per la salute, Ernesto Santi (della stessa comunità), che la ONAZE ricompensa con 100 mila sucres al mese.

Gli abitanti di Pindoyacu soffrono di malattie croniche. L'arrivo delle Brigate Mediche e della Malaria è sospeso perché il Ministero della Sanità deve alla compagnia "Alas de Socorro", operatrice del programma di ambulanza aerea, 290 milioni di sucres. Gina Orrala, medico della Direzione salute del Pastaza (un ente ecuadoriano di assistenza), visita la comunità prima dell'emergenza. Miguel Santi, che stima la sua età in 50 anni, con l'aiuto di Bolivar Santi come traduttore lamenta dolori al petto e alla testa, febbre e diarrea. La zona è conosciuta anche come Zanendococha (lago delle zanzare). La mancanza di mezzi limita le cure mediche, poiché sono più di duecento le comunità sotto il controllo della Direzione salute del Pastaza.

(dal quotidiano El Comercio, Quito, 24 febbraio 2000; traduzione di Emanuela Levi)

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