Anche
in Francia infuria la polemica sull'istruzione - I propositi
riformatori dell'ex ministro Claude Allègre vengono accusati,
per quanto riguarda la scuola primaria, di "mancanza di
ambizione pedagogica" - Inoltre si contesta la visione
governativa di un miglioramento del sistema educativo
a mezzi costanti - Per l'occasione una novità da registrare:
scioperi e le manifestazioni on-line
"L'amministrazione
a tutto pensa fuorché agli alunni: quanto a noi precari,
ci considera come degli insegnanti kleenex". Così protesta
uno di loro, uno dei tanti educatori francesi che hanno
affidato alla stampa l'espressione del loro malcontento.
Professori usa e getta insomma, nomi in una memoria informatica
che vengono tirati fuori quando serve una supplenza, per
poi tornare a essere, dopo l'uso, niente altro che un grumo
di impulsi elettronici. E se i supplenti lamentano la loro
particolare condizione di incertezza esistenziale, non meno
scontenti, anzi arrabbiati, sono gli insegnanti di ruolo.
Un sordo brontolio investe
da qualche tempo la scuola francese. L'attuale governo socialista
di Lionel Jospin, in particolare il ministro dell'educazione
nazionale e della ricerca Claude Allègre (che Jospin ha
sostituito recentemente con Jack Lang) e il ministro delegato
per l'insegnamento Ségolène Royal, hanno varato una Carta
per la scuola del XXI secolo. Ma al di là della solenne
denominazione, il documento governativo non ha fatto che
attizzare i molti malumori che da anni serpeggiano in una
scuola frustrata e meno motivata di un tempo. La Carta infatti,
secondo Le Monde, "rafforza la sensazione che il ministero
non ha alcun progetto di larga portata per la scuola". Per
esempio si prende a pretesto il calo demografico (complessivamente
sono previsti circa 30 mila alunni in meno dell'anno scorso,
alla ripresa del prossimo autunno) per tagliare classi e
congelare organici. Ma si fa notare che la distribuzione
del calo demografico è tutt'altro che omogenea: di qui le
proteste da quelle aree urbane, per esempio, dove l'immigrazione
compensa largamente la "denatalità" nazionale. Altri punti
in discussione riguardano il ruolo di certe discipline,
dalla letteratura alla matematica, sacrificate secondo i
critici da quella viene definita la "mancanza d'ambizione
pedagogica" dell'ex ministro Allègre.
Più
in generale, si accusa il governo di non volere investire
nuove risorse nell'istruzione, di pretendere al contrario
un miglioramento qualitativo della scuola a mezzi costanti.
Insomma di voler fare le nozze con i fichi secchi. Contro
questa ottica, contro il dilagante ricorso al precariato
e nella difesa della grande tradizione educativa francese,
i molti sindacati degli insegnanti hanno mobilitato la categoria:
e lo sciopero dello scorso 16 marzo non è che una tappa
sulla via di una protesta che si annuncia sempre più serrata.
Si sono invocate a gran voce le dimissioni del ministro,
e poco ha giovato a Claude Allègre, insegnante lui stesso
cinto d'assedio dai suoi colleghi, il fatto di avere scelto
come proprio consigliere sociale uno degli eroi del Sessantotto
parigino, Alain Geismar.
In
un paese come la Francia, che vanta insieme una solida tradizione
comunicativa e una rapida adattabilità alle innovazioni
tecnologiche, la grande rivolta degli insegnanti non poteva
non investire la rete telematica. Internet pullula non soltanto
di siti permanenti delle associazioni e dei gruppi di categoria,
insegnanti studenti e genitori, ma anche di siti temporanei
dedicati alle agitazioni in corso. Vi si possono leggere
e ascoltare le articolate ragioni della protesta, ma anche
gli slogan e i canti dei cortei: la piazza insomma viene
puntualmente riprodotta nella sede virtuale. C'è persino
un sito (perso.wanadoo.fr/chucky/CAMent.html) che come traspare
da un elemento della sua intitolazione (CAMent: Claude Allègre
mente) è dedicato alle "menzogne" del ministro poi rimosso
da Jospin. Vi si elencano le sue dichiarazioni e le sue
promesse, poste a confronto con una realtà di fatto che
spesso le smentisce.
Come è nella natura della
Rete, c'è un frequente adattamento del mezzo alle più minute
realtà locali. Ecco per esempio i genitori degli alunni
di una scuola elementare di provincia che sollecitano una
raccolta di "ciberfirme" per sottoscrivere una petizione
contro la chiusura di alcune classi. Se è vero che Internet
sta diventando sempre più un efficace sussidio scolastico,
è anche vero che la sua potenza comunicativa la rende adatta
a un ruolo non meno importante: una più stretta connessione
fra scuola e società.
f.s.
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