FOGLIO LAPIS - APRILE 2000

 
 

DIBATTITI DUE

 

LA RIVOLTA DEGLI INSEGNANTI "USA E GETTA"

 
 

Anche in Francia infuria la polemica sull'istruzione - I propositi riformatori dell'ex ministro Claude Allègre vengono accusati, per quanto riguarda la scuola primaria, di "mancanza di ambizione pedagogica" - Inoltre si contesta la visione governativa di un miglioramento del sistema educativo a mezzi costanti - Per l'occasione una novità da registrare: scioperi e le manifestazioni on-line

 

 

"L'amministrazione a tutto pensa fuorché agli alunni: quanto a noi precari, ci considera come degli insegnanti kleenex". Così protesta uno di loro, uno dei tanti educatori francesi che hanno affidato alla stampa l'espressione del loro malcontento. Professori usa e getta insomma, nomi in una memoria informatica che vengono tirati fuori quando serve una supplenza, per poi tornare a essere, dopo l'uso, niente altro che un grumo di impulsi elettronici. E se i supplenti lamentano la loro particolare condizione di incertezza esistenziale, non meno scontenti, anzi arrabbiati, sono gli insegnanti di ruolo.

Un sordo brontolio investe da qualche tempo la scuola francese. L'attuale governo socialista di Lionel Jospin, in particolare il ministro dell'educazione nazionale e della ricerca Claude Allègre (che Jospin ha sostituito recentemente con Jack Lang) e il ministro delegato per l'insegnamento Ségolène Royal, hanno varato una Carta per la scuola del XXI secolo. Ma al di là della solenne denominazione, il documento governativo non ha fatto che attizzare i molti malumori che da anni serpeggiano in una scuola frustrata e meno motivata di un tempo. La Carta infatti, secondo Le Monde, "rafforza la sensazione che il ministero non ha alcun progetto di larga portata per la scuola". Per esempio si prende a pretesto il calo demografico (complessivamente sono previsti circa 30 mila alunni in meno dell'anno scorso, alla ripresa del prossimo autunno) per tagliare classi e congelare organici. Ma si fa notare che la distribuzione del calo demografico è tutt'altro che omogenea: di qui le proteste da quelle aree urbane, per esempio, dove l'immigrazione compensa largamente la "denatalità" nazionale. Altri punti in discussione riguardano il ruolo di certe discipline, dalla letteratura alla matematica, sacrificate secondo i critici da quella viene definita la "mancanza d'ambizione pedagogica" dell'ex ministro Allègre.

Più in generale, si accusa il governo di non volere investire nuove risorse nell'istruzione, di pretendere al contrario un miglioramento qualitativo della scuola a mezzi costanti. Insomma di voler fare le nozze con i fichi secchi. Contro questa ottica, contro il dilagante ricorso al precariato e nella difesa della grande tradizione educativa francese, i molti sindacati degli insegnanti hanno mobilitato la categoria: e lo sciopero dello scorso 16 marzo non è che una tappa sulla via di una protesta che si annuncia sempre più serrata. Si sono invocate a gran voce le dimissioni del ministro, e poco ha giovato a Claude Allègre, insegnante lui stesso cinto d'assedio dai suoi colleghi, il fatto di avere scelto come proprio consigliere sociale uno degli eroi del Sessantotto parigino, Alain Geismar.

In un paese come la Francia, che vanta insieme una solida tradizione comunicativa e una rapida adattabilità alle innovazioni tecnologiche, la grande rivolta degli insegnanti non poteva non investire la rete telematica. Internet pullula non soltanto di siti permanenti delle associazioni e dei gruppi di categoria, insegnanti studenti e genitori, ma anche di siti temporanei dedicati alle agitazioni in corso. Vi si possono leggere e ascoltare le articolate ragioni della protesta, ma anche gli slogan e i canti dei cortei: la piazza insomma viene puntualmente riprodotta nella sede virtuale. C'è persino un sito (perso.wanadoo.fr/chucky/CAMent.html) che come traspare da un elemento della sua intitolazione (CAMent: Claude Allègre mente) è dedicato alle "menzogne" del ministro poi rimosso da Jospin. Vi si elencano le sue dichiarazioni e le sue promesse, poste a confronto con una realtà di fatto che spesso le smentisce.

Come è nella natura della Rete, c'è un frequente adattamento del mezzo alle più minute realtà locali. Ecco per esempio i genitori degli alunni di una scuola elementare di provincia che sollecitano una raccolta di "ciberfirme" per sottoscrivere una petizione contro la chiusura di alcune classi. Se è vero che Internet sta diventando sempre più un efficace sussidio scolastico, è anche vero che la sua potenza comunicativa la rende adatta a un ruolo non meno importante: una più stretta connessione fra scuola e società.

f.s.

 

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