Come
rappresentante della Lapis (Libera associazione per il
progresso dell’istruzione), vorrei sottolineare
l’importanza dell’aspetto educativo per la prevenzione di
molti comportamenti asociali, fra i quali la corruzione tema
del nostro incontro. Non solo: la scuola è anche un indice
rivelatore del tasso di corruzione in ogni singolo stato. In
una sua relazione Virginio Carnevali, vicepresidente di
Transparency International Italia, ha fatto notare che “la
spesa per l’istruzione sembra ridotta dalla corruzione”.
Si rileva infatti, spiega Carnevali, “come ad un
miglioramento della deviazione standard dell’indice di
corruzione sia associato un aumento della spesa pubblica per
l’istruzione”. Dunque meno corruzione determina più
istruzione, perché la spesa viene dirottata “verso quei
settori dove le tangenti possono essere più facilmente
percepite”.
Parallelamente
e simmetricamente, possiamo affermare che più istruzione può
determinare meno corruzione, nel senso che un’efficace
azione educativa può sconfiggere il male alla radice. Si
tratta di combattere certi atteggiamenti psicologici e certi
modelli che troppo spesso appaiono vincenti: questo chiama in
causa prima di tutto la scuola ma anche molte altre
espressioni della società, per esempio il mondo dello
spettacolo, la televisione in particolar modo. Si tratta di
sostituire l’immagine del furbo, che vede il mondo popolato
di persone con attaccato il cartellino del prezzo, con quella
del cittadino incorrotto e incorruttibile.
La
proposta della Lapis, che ha a cuore soprattutto l’universo
giovanile, nasce da una più che decennale azione che ci ha
visti coinvolti in tutta Italia a contatto con le scuole, i
gruppi del volontariato, la magistratura, le prefetture, gli
enti locali, e dall’attento studio del pensiero di Louk
Hulsman. Libertà e educazione attende l’adesione di
politici, magistrati, operatori sociali, insegnanti ecc. e si
propone di creare una risposta opposta e contraria alla
tendenza mondiale attualmente impostata sulla repressione, la
severità delle pene, sentenze e carceri più disumane.
Un’assurdità se si parte dal presupposto che la durezza
genera una risposta di illegalità ancora maggiore soprattutto
fra i giovani.
Libertà
e educazione parte dal cuore della tradizione europea
(ispirandosi in particolare al pensiero di Giuseppe Mazzini)
che è fatta di civiltà e di rispetto dei fondamentali valori
umani, e si riconosce nello spirito della Convenzione delle
Nazioni Unite contro la corruzione.
L’ambizione
è quella di raccogliere attorno a questa idea chi concorda
sul fatto che soltanto con l’educazione si può uscire dal
tunnel della violenza, della criminalità organizzata, da ogni
forma di illegalità compresa la corruzione. Alle carceri di
massima sicurezza, utilissime peraltro ma solo in casi
determinati, noi contrapponiamo una prospettiva di pace, cibo,
acqua, istruzione per tutti, compresi quei 43 milioni di
bambini che secondo il recente rapporto di Save the
Children sono tagliati fuori dalla scuola per cause di
guerra. Noi contrapponiamo l’arte, la musica, lo sport.
Educare ad una legalità che cresca spontanea, non imposta. Si
può. Come? Immaginando una polizia più occupata a tutelare
il territorio e il cittadino e non soltanto a correre dietro
ai cosiddetti criminali, investendo su personale adeguatamente
formato invece che su nuove strutture carcerarie. Immaginando
di far diventare l’educazione civica una materia, la
principale, degna di rispetto fin dalla prima scolarizzazione.
Immaginando un sistema di pene di tipo “restitutivo”: tu
hai infranto le regole del vivere civile, adesso lavorerai in
una struttura statale che ti garantirà l’indispensabile per
vivere ma investirà il tuo lavoro in opere pubbliche.
Immaginando un coinvolgimento diretto dei cittadini che
difenderanno essi stessi il loro territorio collaborando
attivamente con chi è preposto a tutelarli. Sempre nel
rispetto dei valori e delle tradizioni locali, e senza
dimenticare l’attenzione alle vittime dei reati.
Ci
auguriamo che da tutte le parti del mondo ci arrivino idee,
suggerimenti, proposte, racconti di esperienze da parte di
operatori sociali, magistrati, politici, insegnanti e chiunque
aspiri ad una società giusta e solidale, capace di gestire
civilmente le proprie patologie investendo nell’educazione
come unico rimedio possibile contro ogni genere di devianza, a
cominciare dalla corruzione. Intendiamo fare arrivare il
nostro appello e le vostre proposte al cuore dei governi.
Speriamo di essere in tanti per poter diventare un efficace
strumento di pressione morale, tale che le istituzioni non
possano ignorarlo, e gli organi legislativi debbano tenerne
conto nel legiferare su questioni di giustizia penale.
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